Smart working a dipendenti con l’endometriosi, svolta dal Comune di Sassari

endometriosi Sassari

Rivoluzione dal Comune di Sassari: le dipendenti con endometriosi lavoreranno da casa.

Una rivoluzione culturale arriva dal Comune di Sassari, che si fa apripista per lo smart working alle dipendenti che soffrono dell’endometriosi, una malattia femminile invalidante, purtroppo ancora invisibile in Italia, così come non esiste una legge che garantisca il diritto a congedi o possibilità di lavoro agile per le mestruazioni dolorose. Ma le donne che lavorano nell’Ente potranno chiedere alcuni giorni di lavoro agile, per gestire meglio la loro patologia.

Nel mese della consapevolezza su questa patologia, l’amministrazione comunale ha deciso di avviare l’iter di modifica del regolamento sul lavoro agile e introdurre, tra i casi che assumono carattere prioritario, la certificazione di questa patologia. 

Secondo uno studio della Swg (società esperta in ricerca e sondaggi), per quasi 8 donne su 10 (76%) l’endometriosi incide sulla stabilità psicologica ed emotiva, sulle performance lavorative (61%), sulle possibilità di carriera (47%) e sui rapporti con colleghi e colleghe (41%).

”Come medico conosco bene la malattia e le sue conseguenze, anche sociali, per chi ne soffre – spiega il sindaco Nanni Campus che ha dato l’input agli uffici per modificare il regolamento -. La scelta di introdurla tra i parametri per avere precedenza nel poter lavorare da casa ha più motivazioni: facilita la dipendente, che potrà organizzarsi le attività, senza doversi assentare per malattia; inoltre la fa sentire meno sola e incompresa, che è uno dei gravi problemi che accompagna l’endometriosi portando spesso la donna alla depressione e infine è un modo per tenere alta l’attenzione su questa patologia, per troppo tempo sconosciuta. È importante che se ne parli”.

”In attesa di una normativa nazionale – conclude il primo cittadino – il Comune di Sassari ha voluto dare un segnale, con l’auspicio che anche altri enti e istituzioni seguano il nostro esempio”.

Negli ultimi anni sono state numerose le iniziative portate avanti dall’Amministrazione per sensibilizzare la comunità sul tema: dall’illuminazione simbolica di Palazzo Ducale (prima della grave crisi energetica che ha causato un rincaro del costo dell’elettricità), ad azioni più concrete, come la pubblicazione nel sito istituzionale di materiale sulla patologia e la concessione del patrocinio per stand informativi e convegni con esperti.

Anche quest’anno il Comune di Sassari ha aderito alla call to action proposta dall’associazione Lotta Italiana per la Consapevolezza sull’Endometriosi (Alice Odv) “Facciamo luce sull’endometriosi” pubblicando nel proprio sito www.comune.sassari.it materiale informativo sulla patologia.

Cos’è l’endometriosi. L’endometriosi è una malattia subdola, invalidante, pressoché sconosciuta ai più e tra le patologie croniche più diffuse, con una donna in età fertile su dieci che ne soffre. Colpisce l’identità femminile dal punto di vista individuale, relazionale, sessuale, sociale e psicologico. Secondo quanto diffuso dal sito www.salute.gov.it in Italia sono affette da endometriosi il 10-15 percento delle donne in età riproduttiva, ma probabilmente la percentuale è molto più alta; la patologia interessa circa il 30-50 percento delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in giovanissima età.

Alcune cellule della mucosa uterina si impiantano fuori dall’utero in altri organi come ovaie, tube, vagina, ma anche intestino, vescica, peritoneo, e in certi casi perfino polmoni. Stimolate dagli ormoni del ciclo mestruale, crescono e causano sanguinamenti interni, infiammazioni croniche, tessuto cicatriziale, aderenze. Dolori invisibili all’esterno ma reali, con il 40 percento dei casi che portano all’infertilità. Tra i sintomi, forti dolori addominali, non soltanto durante le mestruazioni, stanchezza cronica, nausea, stitichezza o diarrea, dolori durante i rapporti sessuali, cefalea e in alcuni casi ipertermia (aumento della temperatura corporea). Al fianco di questi sintomi, c’è la percezione che la donna ha delle reazioni di chi le sta intorno: dal lavoro alla famiglia, dai conoscenti agli amici, spesso è vista come una persona che esagera nel descrivere il suo stato di malessere. Sensibilizzare e informare su questa patologia le giovani può portare a una diagnosi precoce, l’unico modo per fermare la degenerazione della patologia.

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