“Leggi razziali come il green pass”. A Sassari la protesta nella Giornata della memoria

Giornata della memoria corta in piazza Fiume contro greenpass.

In Piazza Fiume a Sassari stasera si celebra la Giornata della Memoria. La promuove “Sassari Libertà e Resistenza” agganciando l’onda delle cerimonie che, come ogni 27 gennaio dal 2005 per volontà delle Nazioni Unite, ricordano il genocidio degli ebrei nei lager nazisti. Nella versione odierna si aggiunge l’aggettivo “corta” producendo l’equazione, cara al popolo dei no greenpass, tra le leggi razziali di ieri – quelle che in Italia nel 1938 estromisero dalla vita pubblica le persone di razza ebraica – e quelle ritenute discriminanti di oggi, tra obblighi vaccinali e certificato verde da esibire per poter lavorare o accedere a determinate attività.

Sono circa un centinaio i manifestanti riuniti dalle 17 in piazza a pochi passi dall’edicola e di fronte all’aiuola adottata di recente da alcune associazioni. Lungo due lati della recinzione campeggiano cartelli dai messaggi espliciti: “I vaccini sono mortali”, “La tua libertà sarà sempre una dose più in là”, “L’unica buona azione: ripristinare la costituzione”. Risuona sul tutto una colonna sonora di cover che rivisitano le parole di celebri canzoni. Per esempio “Fratelli d’Italia” diventa “Immuni d’Italia”, in “Ghostbuster” appare “booster” e in “Bocca di rosa” si canta di un “virologo colludente”. Poi gli interventi introdotti da un professore di storia appena rientrato in classe, riferisce, dopo una lunga assenza.

A lui l’esposizione dei parallelismi tra periodo fascista e l’attuale governo Draghi. A proposito delle famigerate leggi razziali afferma che “furono un atto amministrativo-politico legittimo in cui si diceva ‘Tu puoi insegnare e tu no’, Tu puoi aprire un negozio e tu no’. Ditemi che differenza c’è tra il 1938 e il 2022” afferma definendo il popolo italiano come ipnotizzato, allora come oggi. Insomma, per lui la storia si ripete e chi lo segue al microfono non esita a definire l’attuale maggioranza guidata dal premier Draghi come l’anticamera della dittatura. Un regime mondiale, in realtà, che comprende Unione europea e Stati Uniti. I presenti annuiscono e restano in silenzio mentre cala il buio e la temperatura gli va dietro.

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