IL CENTRO CAMBIA – Pasquali resta nel cuore degli sportivi di Sassari: “Da 30 anni grazie alla passione”

Lo storico negozio di abbigliamento sportivo che resiste alla crisi.

La resilienza commerciale a Sassari fa tappa da Pasquali. Lo storico negozio sportivo di Largo Cavallotti resiste a secoli, cause, stravolgimenti urbani e perfino alle vendite online: “Il negozio – spiega Alberto Vitali, proprietario insieme a Marco e Sandra Mulas – nasce nel 1870 come armeria, ma stava dall’altra parte della strada. Nel dopoguerra l’attività si è trasferita dove si trova adesso”. E in cui i tre – la quarta, Paola Mulas, è uscita un anno fa dal direttivo – sono dal 1988 dopo aver preso in gestione l’esercizio da Vilia, vedova del fondatore Decimo Pasquali.

“Erano altri tempi – interviene Marco – qui si caricavano ancora le cartucce in cartone. Poi abbiamo rilevato un’armeria di riparazione armi e siamo diventati un punto di riferimento per tutta la provincia”. Un buon 40% del giro d’affari viene quindi dal settore d’armaioli ma il resto è abbigliamento sportivo a 360°: “Vendevamo di tutto – aggiunge Alberto – dall’equitazione alla pesca, dal trekking all’arrampicata ai materiali per lo sci”.

“Vendevamo” perché Pasquali, che per decenni ha potuto contare su due locali, affittati da due diversi referenti, sette anni fa ne perde uno, quello da 200 metri quadrati al piano superiore, reclamato dai proprietari originali con cui peraltro è nato un contenzioso di prossima risoluzione: “Abbiamo dovuto ridimensionarci parecchio – fa i conti Vitali – limitarci al pianterreno e rinunciare al 50% delle merci“. Scegliendo la via dell’iperspecializzazione: “Possiamo consigliare il capo richiesto, in particolare le scarpe – afferma Marco – in ogni aspetto tecnico specifico e su misura”. Un modo per contrastare la concorrenza di Decathlon ma soprattutto della galassia e-commerce, “killer” dei marchi classici della vendita sassarese nel centro storico: “Un tempo – riflette Vitali – il viavai di persone qui era continuo perché c’erano tante attività. Poi le varie amministrazioni comunali hanno fatto di tutto per svuotare la zona. Eppure basterebbe poco, come organizzare un’isola pedonale nel weekend o far esibire gli artisti in piazza Azuni. Con gli altri commercianti abbiamo promosso parecchie iniziative in questo senso a nostre spese”.

Dalla chiusura della stazione dei pullman all’emiciclo alle varie ztl l’elenco di scelte forse penalizzanti è lungo. Come quello degli aneddoti cresciuti negli anni, tra chi si presenta con l’arma carica o prova a scappare gonfio come un omino Michelin per i vestiti rubati: “Mi è rimasto impresso soprattutto l’uomo – ricorda Marco – che camminava tutto chinato con un fucile subacqueo nascosto sotto la giacca ed è andato a sbattere contro la serranda”. E a proposito di serrande, abbassate nello specifico, quanto ancora vogliono andare avanti i tre gestori? “Amiamo questo lavoro – annunciano Alberto – ma se ci fosse qualcuno che rileva e prende il nostro posto cediamo, altrimenti andiamo avanti fino alla pensione”. Mantenendo la barra dritta sulla filosofia di vendita: “Abbiamo clienti che vengono qui da trent’anni per la nostra onestà. Certe volte ci perdiamo ma non importa. Siamo sicuri che alla lunga paga”.

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