La carenza di sangue coinvolge anche Sassari.
Anche a Sassari la disponibilità di sangue continua a rappresentare una sfida, in particolare durante l’estate. La raccolta annuale in Sardegna si aggira intorno alle 80mila sacche, un dato che non riesce a soddisfare completamente il fabbisogno regionale, stimato in circa 110mila unità. Alla carenza strutturale si somma inoltre la fisiologica diminuzione delle donazioni nel periodo delle vacanze, rendendo ancora più cruciale l’impegno e la partecipazione dei cittadini.
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«È vero, in Sardegna la situazione è particolare. Ma grazie alla sinergia tra centri trasfusionali della rete regionale sangue e agli apporti che arrivano dalle regioni convenzionate, sino a oggi è stato possibile far fronte alle varie esigenze delle strutture sanitarie», spiega Pietro Manca, direttore della Struttura regionale di coordinamento dei centri trasfusionali e del Servizio immuno trasfusionale dell’Aou di Sassari.
Il sistema regionale, ricorda Manca, è organizzato per garantire sempre gli interventi urgenti e le emergenze. Grazie alla collaborazione con le associazioni di volontariato e ai meccanismi di compensazione tra i centri trasfusionali dell’isola, finora è stato possibile assicurare la continuità delle cure e rispondere alle esigenze dei pazienti più fragili. Nonostante ciò, in alcuni periodi si possono registrare disagi per i pazienti cronici o per le attività programmate, che si cerca comunque di contenere al minimo.
Un contributo rilevante arriva anche dal nuovo Piano regionale sangue, recentemente approvato, che punta a rendere più efficiente l’organizzazione dei servizi trasfusionali e a valorizzare ulteriormente i donatori, riconoscendone il ruolo fondamentale. La Regione ha inoltre istituito la Consulta tecnica regionale permanente per il sistema trasfusionale, che riunisce le principali figure di riferimento del settore, con l’obiettivo di rafforzarne la governance complessiva.
Manca rivolge infine un invito diretto: «Nel ringraziare le associazioni di volontariato e i donatori, ci rivolgiamo a tutte le persone dai 18 ai 70 anni affinché vadano a donare il sangue nei centri trasfusionali o nelle sedi delle associazioni. La risposta ai bisogni dei pazienti non può prescindere dal contributo di ciascuno». Donare il sangue è un gesto che richiede pochi minuti, ma che ha un impatto concreto sulla vita di chi ha bisogno di trasfusioni per affrontare un intervento, una terapia o una malattia cronica. È un atto di solidarietà che unisce la comunità e permette al sistema sanitario di garantire cure sicure ed efficaci a tutti.