A Sassari in arrivo nuove attrezzature per potenziare la radioterapia

Nuovi investimenti per le cure radioterapiche in Sardegna.

Al via il potenziamento dell’assistenza e della rete di cure radioterapiche della Sardegna. Sono state infatti avviate le procedure per l’ammodernamento tecnologico dei centri specializzati degli ospedali Businco di Cagliari, al San Francesco di Nuoro e nelle Cliniche San Pietro di Sassari.

Tre gli acceleratori lineari di nuova generazione che andranno a sostituire le vecchie apparecchiature, due (con la possibilità di acquistarne altre due in corso d’opera) saranno destinati alla struttura sanitaria dell’Azienda ospedaliera di rilevanza nazionale e alta specializzazione ‘G. Brotzu’ e uno all’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari, mentre nel reparto del presidio del capoluogo barbaricino, dove è già presente un macchinario di nuova generazione, si procederà a un ulteriore implementazione dei software e della strumentazione.

Inoltre, l’intera rete di cure, potrà a breve contare della nuova radioterapia convenzionata del Mater Olbia, in fase di accreditamento, e già dotata di strumentazione all’avanguardia.

“Dopo anni d’attesa – dichiara il presidente della Regione, Christian Solinas – la Sardegna avvia un importante processo di ammodernamento delle cure radioterapiche, indispensabili per il trattamento di molte patologie neoplastiche. Un segnale di forte attenzione per i pazienti più fragili. Il nostro impegno è quello di garantire ai sardi il diritto ad avere le cure migliori nell’Isola”.

“Il potenziamento del sistema delle radioterapie della Sardegna – dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – prosegue nella direzione che abbiamo tracciato nell’ambito dell’ammodernamento tecnologico delle nostre strutture sanitarie. Un sistema che renderemo ancora più efficiente grazie alla sinergia fra le aziende sanitarie e alle grandi professionalità in servizio nei nostri ospedali, con l’obiettivo di aumentare e migliorare l’assistenza e, così, la qualità della vita di migliaia di pazienti oncologici assistiti dal nostro sistema sanitario”.

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