Il racconto della maestra Marta.
Anche la scuola è stata costretta ad adeguarsi al nuovo corso degli eventi. Le classi si sono svuotate. Non si sente più quel frastuono di voci al mattino. Un silenzio assordante. I bambini e le maestre hanno dovuto abbandonare libri e quaderni in tutta fretta.
Il nuovo modo di fare scuola si chiama didattica a distanza, creare delle vere e proprie classi virtuali e ristabilire nuovi contatti tra docenti e alunni. Riuscire a farlo non è sempre facile, ma ci si prova. “All’inizio c’è stato un grande disorientamento. Non era previsto e non eravamo pronti”, afferma maestra Marta, che insegna in una scuola elementare di Sassari.
E prosegue: “Col passare dei giorni abbiamo iniziato ad interrogarci su come raggiungere i nostri bambini, per garantire a tutti la possibilità di accedere alle nostre lezioni online e ai materiali”.
L’insegnante dopo le perplessità iniziali aggiunge: “Ciò che è nuovo spaventa, ma ci si è aperto un mondo di possibilità, di formazione personale e umana. Quest’esperienza ci servirà anche quando tutto tornerà alla normalità. Attraverso la chat attiva i bambini interagiscono con noi, ci vedono in video. Scambiamo pensieri d’affetto, saluti e tanta leggerezza”.