San Sebastiano, boom di visitatori nell’ex carcere di Sassari

Fai

Centinaia di persone in fila all’ex carcere San Sebastiano di Sassari.

Diverse centinaia di persone, sabato e domenica, hanno visitato l’ex carcere di San Sebastiano, a Sassari. L’occasione è stata quella delle Giornate del Fai, dove i visitatori sono stati guidati dagli apprendisti ciceroni del Liceo “Margherita di Castelvì”, Liceo scientifico Spano, Liceo classico Azuni e Liceo Canopoleno, scuola secondaria di primo grado del Convitto nazionale Canopoleno.

A distanza di circa 10 anni, la delegazione Fai di Sassari ha riproposto l’apertura dell’ex carcere di San Sebastiano, edificio di estrema importanza per la storia del capoluogo turritano, e significativo esempio di architettura civile. Costruito tra il 1857 e il 1871, si trova al centro dell’espansione ottocentesca della città di Sassari. Inizialmente distante dal centro per ragioni di sicurezza, l’imponente architettura, che evocava l’autorità dello Stato, si integrò ben presto nel tessuto della città. Il complesso carcerario è organizzato secondo il principio del panopticon, ovvero da una rotonda centrale si diramano i 6 bracci in cui risiedevano i detenuti.

Il percorso di visita inizia dal cancello carrabile di via Roma, da cui, dopo aver ammirato il chiostro d’ingresso del vecchio carcere, si attraversa il corridoio con il parlatorio, ambiente dove i carcerati potevano avere i colloqui con i familiari e gli avvocati. Proseguendo si raggiunge il cuore del carcere: la rotonda. Da questo punto sarà possibile visitare alcune celle di due dei sei bracci dove risiedevano i carcerati. Un luogo ricco di suggestioni drammatiche e di storia.

Nel luogo in cui sorge l’ex carcere potrebbe nascere una cittadella giudiziaria. A darne conferma, lo scorso aprile, parlamentari e magistrati presenti alla riunione organizzata ieri mattina dal Consiglio forense cittadino nella Camera di commercio. Dopo la notizia che l’accordo di programma del 2018, che prevedeva la riqualificazione dell’ex carcere di San Sebastiano, era svanito nel nulla insieme ai quasi 14 milioni di euro stanziati, erano sorte molte polemiche e proteste. Ora la situazione parrebbe però capovolta grazie al coinvolgimento della politica sassarese e regionale e all’interessamento di un’imponente parte della società civile.

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