Due papà di Sassari e una famiglia arcobaleno, il giudice riconosce pari diritti

Tribunale di Sassari, condannato

La testimonianza di una coppia omogenitoriale.

Due uomini e una figlia nell’hinterland sassarese. M. P. e C. M., quarantenni, professionisti autonomi, sono una coppia omogenitoriale dal novembre 2019, mese di nascita di Greta (nome di fantasia).

E da gennaio 2021 una sentenza del Tribunale dei minori di Sassari ha assegnato anche a M., padre adottivo, pari diritti sulla tutela della bambina di cui C. è padre biologico. Una decisione quasi rivoluzionaria, la seconda del genere in Italia, che colma quel vuoto normativo, irrisolto dalla Stepchild adoption del 2014, in cui il genitore adottivo, in caso ad esempio di separazioni, potrebbe rischiare di non poter più vedere il proprio figlio. “Al giudice – spiega M. – abbiamo chiesto, ottenendolo, anche il doppio cognome per Greta e l’estensione del vincolo di parentela ai miei familiari”. Si è concluso così l’iter di “adozione in casi particolari”, voluto dai due, a conclusione di un viaggio parentale iniziato diversi anni fa: “Prima – afferma M. – come desiderio di paternità da single, che abbiamo poi visto confermato nel nostro legame”.

Per riuscire nell’intento, vista l’impossibilità tra i confini italici, la trasferta nei progressisti Stati Uniti con la pratica della “gestazione per altri” e l’appoggio dell’associazione Famiglie Arcobaleno: “L’embrione è nato tra il mio seme – interviene C. – e una donatrice di ovuli ma la gravidanza è stata portata avanti da un’altra donna”. ‘Gestazione etica’, tengono a chiarire i due: “Perché nessuna delle parti viene sfruttata e l’intero percorso è regolato da step clinici ma anche psicologici”. Da valutare infatti, tra i diversi elementi, che la gestante non si presti per bisogno economico – “Ha avuto solo un rimborso economico”, sottolineano – e la reale intenzione genitoriale della coppia. Infine il parto, coi due padri presenti in sala operatoria, C. che taglia il cordone ombelicale ma insieme a M. rafforza il legame con le due donne “co-autrici” della nascita di Greta: “Resteranno fondamentali – aggiungono – e non usciranno dalla vita della bambina che, appena sarà più grande, verrà a conoscenza delle sue origini”.

Ma la nascita non è che una tappa del tragitto: in Italia, con la richiesta di adozione, ricominciano i test, stavolta però degli assistenti sociali come deciso dal giudice fino al recente via libera e al riconoscimento “di una situazione di fatto”. “Una condizione come la nostra – sottolinea C. – è molto più frequente di quel che si creda. L’unico aspetto negativo finora della vicenda è che si debba ricorrere a un tribunale per veder riconosciuto l’amore per tua figlia che, ricordo, è stata voluta e non è il frutto di un caso”. Quanto all’assenza di una madre, appunto fatto da chi è contrario a un progetto del genere: “Greta è circondata da figure femminili – riferiscono – e non sente nessuna mancanza. Sui padri pesa lo stigma di non poter essere bravi genitori come una donna, ma non è così”. Equilibrio, normalità, sono le parole che ricorrono con più frequenza: “Greta è una bambina come tutte le altre – riflettono – che vive in completa serenità”. Che cosa desiderate per lei? “Che cresca forte e indipendente”.

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