Sono oltre 16mila sui 26.242 totali in Sardegna.
Un’attività impegnativa che, nell’arco di due mesi, ha portato ad analizzare oltre 13mila tamponi nasofaringei, con una media di circa 350-450 tamponi al giorno. Un dato che rappresenta la metà dei tamponi della Sardegna, che nel bollettino di ieri è a 26.242 test.
È il lavoro messo in campo dal laboratorio Covid-19 di Microbiologia e Virologia dell’Aou di Sassari che, in qualità di laboratorio di riferimento regionale, dal 6 febbraio ha iniziato a funzionare 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per l’identificazione del coronavirus con metodiche molecolari di “real time PCR”. Un ruolo di primo piano nella lotta Covid-19, quello della struttura diretta dal professor Salvatore Rubino, che ha supervisionato, dal 28 marzo, prima le attività del laboratorio dell’ospedale San Francesco di Nuoro quindi dell’Istituto Zooprofilattico e poi del Policlinico sassarese. E adesso si pensa alla Fase 2, con una nuova organizzazione in grado di dare risposte più veloci e di utilizzare metodiche molecolari rapide, a beneficio dei casi urgenti, soprattutto in Pronto soccorso e in Medicina d’urgenza.
“Ci siamo organizzati da subito per dare risposte alle strutture ospedaliere e del territorio – afferma Salvatore Rubino – anche perché, nel periodo caldo dell’emergenza, arrivavano tamponi da analizzare da tutto il centro nord Sardegna, Sassari, Alghero, Ozieri, Tempio, Olbia e Nuoro. Abbiamo dovuto rivedere il nostro modo di operare, anche in considerazione del fatto che questo laboratorio, che è nato come Centro di riferimento regionale dell’influenza, processava circa 600 tamponi nel solo periodo influenzale”.
È chiaro che l’emergenza sanitaria ha portato a rivedere l’intera attività del laboratorio che è riuscito a realizzare una media giornaliera di analisi di tamponi che si è aggirata tra i 350 e i 450.
Un risultato dovuto anche al personale messo in campo: dai medici, biologi e tecnici del laboratorio di Virologia e Biologia molecolare, al piano terra della palazzina di Malattie Infettive e dei laboratori di Microbiologia e Virologia di via Padre Manzella e del “Palazzo Rosa”. La struttura organizzativa è stata rafforzata con il contributo degli specializzandi della Scuola di Microbiologia e Virologia, alcuni dei quali con pluriennale esperienza e dottorato di ricerca in Virologia. A questi si sono aggiunti un biologo volontario del servizio di Diabetologia e gli specialisti – un medico e un tecnico – del laboratorio di Patologia Clinica, che hanno portato le loro esperienze tecnico-scientifiche e strumentali.