Dinamo Sassari, a casa Gentile il boss è baby Ferdinando

Baby Ferdinando conquista già i social.

Tre chili e mezzo. 52 cm d’altezza. Classe 2020. Queste le coordinate d’esordio di Baby Ferdinando, figlio di Stefano Gentile, guardia della Dinamo Sassari, e Altea, arrivato sul campo da gioco del pianeta terra poco più di due mesi fa.

Nonostante il ridotto minutaggio il piccolo già impera a casa e su Instagram, sfruttando quel nome, da secoli associato al marchio e al sigillo del comando. Basti pensare a un certo Ferdinando I di Borbone, che, a cavallo tra il ‘700 e l’800, diventa re di Napoli, poi di Sicilia, e infine, sovrano delle Due Sicilie, al culmine d’un regno lungo 65 anni. Soprattutto, appena qualche tempo dopo, viene da ricordare un altro Ferdinando, anzi “Nando”, sempre “o Rre” (nella traslazione dialettale campana), ma della palla a spicchi.

Anche lui Gentile, uno dei playmaker più gloriosi della storia cestistica italiana, nonché padre di Stefano e Alessandro, casertani come lui, e ora pure nonno del Little Boss, suo omonimo, che però debutta tra le mura sassaresi. Verrebbe da dire in trasferta se a Sassari Stefano ormai non fosse di casa, rivitalizzato dalla cura Pozzecco, dopo un lungo rosario di infortuni. Proprio il coach friulano, alla presentazione del suo libro “Clamoroso”, gli aveva chiesto se avesse intenzione di chiamare il nascituro Gianmarco, come lui.

Istanza respinta ma accolta nella sostanza: il nome è pur sempre di un giocatore da dorata cabina di regia, come lo è stato il mister Dinamo. Intanto Ferdinando, figlio e nipote d’arte, già fa capolino ai margini delle imprese paterne. Più di una mascotte, meglio d’un ultrà biancoblu, Baby Freddie è finito in una ‘stories’ del padre dopo la vittoria contro la De Longhi Treviso nell’ultima di campionato. Spissu taglia la difesa veneta, passa a Gentile che insacca dall’arco respingendo la rimonta avversaria. Un bambino esulta nel frame a commento della ‘bomba’. Forse un avatar di Ferdinando, in attesa che il Baby, un giorno, diventi un big come babbo Stefano, nonno Ferdinando e l’altro progenitore acquisito, il Poz. 

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