Dubbi sulla morte di Davide Calvia, contraddizioni nei racconti del cugino

Davide Calvia

Le contraddizioni di Giovannino Pinna.

Il cugino superstite, Giovannino Pinna, riferisce di aver tenuto Davide Calvia tra le braccia nel corso dell’incidente a Ezzi Mannu, ma i dettagli raccolti dagli inquirenti rivelano contraddizioni con la sua testimonianza.

Una perizia effettuata da un consulente tecnico, su apparecchi e schede sim in uso a Pinna, ha evidenziato conversazioni che sollevano ulteriori dubbi sulle circostanze. Queste divergenze riguardano il racconto di Pinna, che è indagato per omicidio e naufragio colposo, nonché per il furto di una barca, rispetto alle risultanze investigative e medico-legali.

Numerose contraddizioni nel racconto di Giovannino Pinna.

In particolare, mentre Pinna sostenne che il cugino fosse morto tra le sue braccia a causa dell’annegamento, le indagini mediche indicano che la causa del decesso sia stata un “politraumatismo contusivo“. Questa informazione sembra incompatibile con la versione di Pinna.

Inoltre, l’imbarcazione con cui i due cugini sarebbero usciti in mare non è stata ritrovata, sollevando ulteriori domande sulla veridicità delle dichiarazioni di Pinna. È emerso che la barca era stata rubata, non prestata come precedentemente dichiarato dal superstite.

La ricerca della verità sulla morte di Davide Calvia.

“Sei colpevole – dichiara senza mezzi termini la sorella Nadia, nel gruppo ‘Insieme per Davide Calvia‘ -. Sai che è stato ucciso e ancora non parli. Nessuno meritava di morire così, Davide non meritava ciò che gli è successo, non con te al suo fianco. Si fidava, e tu l’hai tradito. Noi abbiamo la relazione in mano e i messaggi non sono con un’amica, ma bensì con la sua attuale compagna“.

Il caso del naufragio del 12 aprile 2023 continua a presentare molte incertezze e incongruenze, rendendo difficile una chiara comprensione degli eventi a causa del silenzio di Pinna e delle contraddizioni emerse nelle indagini.

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