Il film girato a Sassari riceve 11 candidature ai David di Donatello, l’intervista alla protagonista

Francesca Ventriglia è l’unica attrice del film candidato ai David di Donatello.

Undici candidature ai David di Donatello- gli Oscar del cinema italiano- per ‘Ariaferma’, il film girato a fine 2020 nell’ex penitenziario di San Sebastiano a Sassari. Pellicola diretta da Leonardo di Costanzo ambientata in un carcere innominato prossimo alla dismissione si avvale di un cast tutto al maschile e due protagonisti d’eccezione, Toni Servillo e Silvio Orlando. L’unico ruolo femminile della vicenda, la direttrice della casa circondariale, lo interpreta Francesca Ventriglia, attrice pugliese, dal 2004 nel capoluogo turritano.

“Tra nascita a Foggia, mamma toscana e papà napoletano – racconta – le mie origini sono un po’ confuse ma ormai mi ritengo sarda perché l’isola mi ospita da tanto e mi ha dato anche un figlio”. Attrice teatrale dal 2000, Francesca in Ariaferma si cimenta per la prima volta con la cinepresa: “Rispetto al palcoscenico sono diversi i tempi della recitazione ma non ho avuto grande difficoltà, anzi ho sentito una libertà enorme”. Né ha provato timore reverenziale nei confronti dei mostri sacri Servillo-Orlando: “Sono grandi professionisti e persone eccezionali dal punto di vista umano che mi hanno fatto subito sentire a mio agio”.

L’attore feticcio di Paolo Sorrentino ha poi invitato la Ventriglia ad assistere alle sue scene: “E’ stato emozionante. Vederlo recitare ha ribadito i concetti che già avevo dentro come la necessità di mantenere la massima concentrazione rimanendo aperti agli ‘agenti atmosferici’ del momento, della troupe e del regista”. Idee chiare per quest’ultimo sulla direzione da imprimere al personaggio di Francesca: “Voleva un carattere fermo ma con una certa umanità che è stato difficile rendere nelle due pose avute”. Anche perché la terza è stata tagliata in fase di montaggio poiché avrebbe rivelato già all’inizio della storia la dimensione nascosta dell’agente carcerario resa da Servillo. E celato è anche nell’opera il cuore dei detenuti e dei loro ‘guardiani’, a rinvigorire la sospensione narrativa; tutti fattori che ne hanno decretato il successo fin dalla prima proiezione al festival di Venezia 2021. “Non ho badato al tappeto rosso né alle star presenti, volevo solo vedere il film”. Dopo l’exploit lagunare la lunga marcia nei cinema fino alle nomination pesanti dei David come quelle ad esempio per miglior film, regia e attore protagonista.

Con ricadute pure per l’artista 49enne presa da un’importante agenzia cinematografica romana grazie alla quale ha intrapreso la complessa strada dei provini. “Vivendo in Sardegna, anziché viaggiare, invio dei self-tape girati con il telefonino”. Intanto il suo nome gira tra i casting director mentre lei continua la sua carriera teatrale iniziata nel 2000 con il fratello Gaetano e Marco Sanna, insieme al quale dà corpo creativo al sodalizio della compagnia di Sassari ‘Meridiano Zero’, una delle più interessanti realtà regionali e nazionali del teatro di sperimentazione. Rimane quindi intatta la passione per le scene, ricevuta per contagio dal padre che le faceva vedere le videocassette di Eduardo De Filippo. “E mio figlio non ho potuto che chiamarlo come il grande attore napoletano”. Ma ora si è aperta la strada della settima arte che intende perseguire: “Ho un desiderio enorme di recitare di nuovo su un set. Mi auguro però che mi noti anche qualche regista sardo”.  

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