Da due mesi positivo al coronavirus, il calvario che sta vivendo Francesco a Sassari

La storia di Francesco positivo al coronavirus.

Francesco è uno dei tanti operatori sociosanitari che a Sassari hanno contratto il coronavirus in corsia. Da due mesi, il giovane continua a lottare e lancia un appello affinché venga monitorato costantemente. “Ho contratto il virus in corsia e in poche settimane ho perso 13 chili. La febbre arriva a intermittenza e nessun medico vuol venire a casa a visitarmi, nemmeno a pagamento. Tuttavia posso andare in ospedale per sottopormi al tampone. Mi sento come agli arresti domiciliari”, ha raccontato, non senza fatica.

Francesco, 35 anni ancora da compiere, lamenta di non essere stato sottoposto ad accertamenti più accurati tra cui la Tac. Secondo lo stesso, il personale sanitario utilizzerebbe il parametro della saturazione ed una volta apposto non verrebbe effettuato alcun altro accertamento come quello ai polmoni. E, l’unica cura consigliata, resta quella della tachipirina in caso di febbre nell’attesa che il giovane possa negativizzarsi.

Il ragazzo era risultato positivo al tampone lo scorso fine marzo manifestando febbre, dissenteria e indebolimento generale. Un incubo che sta vivendo insieme alla fidanzata, risultata, però, negativa al tampone. “Chiedo di effettuare maggiori accertamenti e invece nulla. Ho i valori del sangue altissimi, soprattutto al fegato e allora perché non fare almeno un’ecografia?”, chiede Francesco.

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