Il ritrovamento questa mattina.
Abbandonata all’interno di un aiuola del centro storico di Alghero, in Piazza Misericordia, è stata ritrovata una grossa stalattite.
Un ritrovamento sorprendente che desta sgomento, che ha fatto partire immediate le indagini a seguito dell’intervento della Polizia Locale. Si cerca ora di capire se quanto rinvenuto provenga dalle Grotte di Nettuno, cosa assai probabile. La stalattite abbandonata è alta circa 60 centimetri con un diametro alla base di 30 centimetri, un pezzo di dimensioni notevoli i cui segni lasciano intendere che non si tratta di un distacco recente. Probabilmente il “proprietario” ha voluto disfarsi del cimelio.
“Se pur fosse un gesto risalente ad anni fa – commenta il Sindaco Mario Conoci – casi come questi devono farci riflettere sulla necessità di tutelare e gestire in modo intelligente le nostre risorse ambientali, facendo crescere sempre più una cultura diffusa che metta l’ambiente la sua tutela e la sua valorizzazione al centro dello sviluppo”.
I commenti sull’inciviltà e sulla più barbara delle abitudini che si pensava fosse un ricordo lontano sono improntate con una ferma condanna. “Un grosso danno all’ambiente e al nostro patrimonio culturale, segno che l’inciviltà e l’’ignoranza continuano a proliferare anche nei momenti più brutti. La natura impiega migliaia di anni per creare bellezza, goccia su goccia, mentre l’uomo in pochi e veloci gesti riesce a dimostrare la sua inadeguatezza a saper convivere con quanto ci circonda” dichiara l’Assessore all’Ambiente Andrea Montis.
Per l’assessore alla Cultura e Turismo Marco Di Gangi c’è l’auspicio “che oggi la coscienza e la sensibilità dei nostri concittadini e dei nostri ospiti siano tali da far comprendere a tutti che nel momento in cui ci si porta a casa un “ricordo” come questo, oltre a commettere un reato, si danneggia irrimediabilmente il nostro patrimonio naturalistico, principale ricchezza inalienabile”.
Dell’accaduto son stati informati il direttore dell’ Amp, il presidente della Fondazione Alghero e il presidente del Parco di Porto Conte Raimondo Tilloca, secondo il quale il ritrovamento “è la testimonianza di come si è vissuto nel tempo passato il rapporto con l’ambiente circostante, ambiente che è stato visto come preda, come cimelio da conservare. Oggi, invece, dimostra a tutti noi quanto l’autore del misfatto possa essere stato stupido e criminale”. L’auspicio da parte di tutti è che vengano individuati e puniti i responsabili.