Il degrado nel quartiere San Donato di Sassari: tra multe, droga e feci

Sono ancora molti i problemi nel quartiere di San Donato a Sassari

Multe, feci, droga e case fatiscenti. A San Donato, nel centro storico di Sassari, come ogni giorno il sole si solleva illuminando un vecchio copione. Girando tra via Alessio Fontana e via San Cristoforo salta subito all’occhio il rosa delle sanzioni per divieto di sosta inserite nei tergicristalli.

Oggi ne contiamo quattro, una cifra abituale per gli standard della zona, che vanno a colpire vetture, e proprietari, che impediscono il passaggio dei pedoni e dei mezzi del servizio di igiene urbana. I secondi, in particolare la spazzatrice, hanno l’ingrato compito quotidiano di ripulire il vicolo dalle deiezioni canine. “Qui” – racconta un residente – per evitarle siamo costretti a fare lo slalom”. Una specialità su cui si allenano in realtà diversi sassaresi ormai dotati, quasi sempre, di riflessi pronti. Esiste poi il rischio pioggia per i bambini che, scendendo da via San Donato, vorrebbero andare a scuola: lo sbarramento delle macchine li costringe a infilarsi in un avvallamento che, in occasione di precipitazioni, diventa una mini-piscina.

Poco lontano, proprio di fronte all’istituto dell’infanzia, si rimette in sicurezza l’area di proprietà comunale eletta da tempo a discarica a cielo aperto dai soliti ignoti. Gli operai hanno di nuovo chiuso con i pannelli il varco che permetteva il conferimento abusivo di qualsiasi rifiuto, dalle biciclette agli armadi ai frigoriferi. Anche qui è pratica quotidiana per gli operatori ecologici portare via gli ultimi depositi che l’indomani ripopolano lo spazio, ancora in attesa di una riqualificazione ferma, a quanto si sa, per un contenzioso. In bella vista infine per chi alza lo sguardo resta il ponteggio che assicura la stabilità dell’edificio confinante. Non proprio un bel biglietto da visita estetico per il quartiere.

Intanto un fischio, e poi un altro, spezza la quiete. “Sono le vedette della droga – confida un abitante – stanno segnalando lo straniero”. Ovvero lo scrivente ‘attenzionato’ da chi vigila sull’area. A quanto si racconta, non sarebbe l’unico segnale sonoro che contraddistingue il gergo interno della comunicazione dello spaccio. Uno scambio che avviene con continuità lungo l’arco della giornata e che fa parte del solito copione citato all’inizio, fatto appunto di multe, feci, droga e case fatiscenti.

Condividi l'articolo