A Sassari il confronto per la crisi della chimica verde, il grande assente è Solinas

Confronto tra tutti gli attori del territorio per discutere i mancati impegni sul protocollo della chimica verde.

Stato della chimica verde provinciale sotto i riflettori del teatro Comunale  di Sassari. Stamattina tavolo di confronto tra tutti, o quasi, gli attori del settore: dai sindacati ai primi cittadini del territorio alle parti industriali ai politici regionali a, soprattutto, una parte dei circa mille lavoratori- tra diretti e indiretti- impiegati negli stabilimenti Eni e Matrica di Porto Torres.

Il grande assente, “per motivi di salute”, e generatore di non pochi malumori tra i presenti, è il presidente della Regione Christian Solinas sostituito dall’assessora regionale dell’industria Anita Pili. In tanti lo aspettavano al varco dopo lo sciopero del 3 marzo arrivato fino a Villa Devoto, sede istituzionale della Presidenza regionale a Cagliari, e al confronto col governatore oggetto di richieste ancora inevase come, tra le altre, l’attivazione della cabina di regia, prevista dal protocollo firmato undici anni fa, il 26 maggio ricorre l’anniversario, per poter convocare tutti i soggetti firmatari- dal governo all’Eni agli enti locali- proprio sulla chimica verde, e l’invito a fare pressione sul premier Mario Draghi perché si rivedano alcuni punti .

Un accordo – afferma Pierluigi Ledda, segretario della Cisl e anche rappresentante del Tips, Tavolo istituzioni parti sociali – forse in anticipo sui tempi ma che oggi più che mai deve essere messo in pratica”. E che invece arranca a regime ridotto perché, come accusa l’esponente della Cgil Massiliamo Muretti, “soltanto una piccola parte delle iniziative imprenditoriali previste si sono realizzate. È ora quindi non di chiedere impegni ma atti concreti alle aziende e al governo”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Porto Torres Massimo Mulas che aggiunge: “Ogni giorno vediamo lo sguardo scarico di lavoratori che non hanno neanche più la capacità di protestare”. La crisi infatti perdura sulla pelle degli impiegati e sulla resa industriale: “Stiamo viaggiando al 60 per cento della produzione – dichiara Giovanni Tavera della Uil – ma è importante sottolineare che da noi si produce un prodotto parziale che viene finito a Terni riducendo il nostro ruolo a semplice passaggio intermedio”. Deriva occupazionale poi “disastrosa” con persone ancora non rientrate nel sito produttivo, altri in cassa integrazione e altri ancora che “hanno perso il posto di lavoro e non lo stanno cercando perché, dopo tutti questi anni, è prevalsa la rassegnazione”.

Duro anche il presidente del Consorzio industriale Valerio Scanu che parla, in merito all’accordo, di “grave omissione” e punta il dito su Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo, che “vuole toglierci l’incubatore d’impresa per fare cassa”. Eppure il settore offre grandi opportunità, sempre secondo Scanu, come il porto turritano che “potrebbe diventare uno dei più grandi d’Europa”. Chiede risposte anche il commissario straordinario della Provincia Pietrino Fois che assicura l’unità di tutti per affiancare la battaglia regionale mentre l’assessora Pili afferma che “la Ras pretenderà il rispetto degli accordi sottoscritti”. Alla fine il presidente del Consiglio comunale di Sassari Maurilio Murru dà lettura dell’ordine del giorno con le richieste da portare in Regione e alla Presidenza del Consiglio. Intanto la crisi locale incrocia quella nazionale e internazionale nelle parole del sindaco di Sassari Nanni Campus che invita tutti a un minuto di silenzio in memoria dei morti della guerra russo-ucraina.   

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