Ampliato il Fondo inquilini morosi incolpevoli in Sardegna.
La Regione interviene a sostegno delle famiglie a basso reddito che vivono in affitto ma che non riescono a provvedere al pagamento del canone di locazione, prevedendo per i Comuni ad alta tensione abitativa, Ata, 92mila euro di fondi nazionali (quota statale relativa al 2020) in aggiunta ai fondi regionali già stanziati (500mila euro). La Giunta su proposta dell’Assessore dei Lavori Pubblici Roberto Frongia ha approvato il trasferimento delle risorse statali e recepito le nuove indicazioni ministeriali che consentono, più in generale, di ampliare la platea dei beneficiari che possono accedere al Fondo inquilini morosi incolpevoli.
Grazie alle integrazioni ora potranno accedere al bando tutti coloro che, pur non essendo destinatari di provvedimenti esecutivi di sfratto, presentino una autocertificazione nella quale dichiarino di aver subito, in ragione dell’emergenza coronavirus, una perdita del proprio reddito ai fini Irpef superiore al 30% nel periodo marzo-maggio 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e di non avere sufficienti liquidità per il pagamento del canone. L’ampliamento della platea dei beneficiari, secondo questo criterio, ha validità solo per il 2020.
“I canoni di locazione costituiscono un elemento di forte disagio sociale quando interessano le fasce sociali a basso reddito, per questo stiamo intervenendo sia a livello normativo e sia a livello economico. In un momento di grande difficoltà come quello attuale abbiamo il dovere di rafforzare tutti gli strumenti, specie quelli che presentano una forte valenza sociale, messi in campo per neutralizzare quanto più possibile gli effetti della crisi”, ha detto l’assessore dei Lavori Pubblici Roberto Frongia.
La Regione provvederà alla pubblicazione del nuovo bando rivolto sia ai Comuni ad alta tensione abitativa, Comuni Ata, e sia agli altri sul sito istituzionale della Regione. La graduatoria regionale degli aventi diritto al contributo verrà stilata ogni mese (con validità 12 mesi) e non più ogni due mesi.