Spunta una chat del cardinale Becciu: “Il Papa mi vuole morto”

Le parole del cardinale Becciu.

“Il Papa mi vuole morto, non pensavo arrivasse a questo punto”. E’ parte di una conversazione via chat con amici e famigliari del cardinale sardo Angelo Becciu, coinvolto in un processo per la presunta truffa di un palazzo a Londra.

L’esistenza di queste chat è emersa nell’udienza di mercoledì scorso da parte del promotore di giustizia, ossia il procuratore del tribunale vaticano, Alessandro Diddi. Le conversazioni sono spuntate nel corso di una indagine svolta dalla Guardia di finanza di Oristano, su rogatoria del Vaticano, trasmessa ora a Roma.

Come riporta La Repubblica, c’è una lunga conversazione tra Giovanna Pani e il cardinale. Questa risale al 22 luglio del 2022, giorni prima che, aiutato della figlia di questa, Maria Luisa Zambrano, registrasse una conversazione telefonica con Papa Francesco, fatto emerso nel corso dell’udienza in Vaticano. Nella chat emergono dettagli, dove la donna dice che “Su Mannu (il Papa) è cattivo, vuole la tua fine”. Il porporato aveva risposto: “Non vuole fare brutta figura per la condanna iniziale che mi ha dato“. E in seguito “Mai avrei immaginato (che) non un Papa ma (che) un uomo arrivasse a tanto”. Allora Pani risponde: “E’ un grande vigliacco, ma tu combatti e fai risplendere la verità, è dura lo so, coraggio vinceremo in pieno”, “c’è del marcio in Vaticano”.

Le altre chat di Becciu.

Questa non è l’unica chat del porporato. Becciu ha riferito alcune cose del Papa ad altri personaggi, scritte in sardo. “Come ne uscirà la Chiesa? A me le ossa le hanno già rotte e quindi non farò più notizia”, scrive in un’altra conversazione. “Che razza di responsabilità si sono assunti chi ha adottato questa politica di falsa e inopportuna trasparenza”. “Tutti come pere cotte ne scendiamo”, conclude “credibilità zero”.

Il 13 luglio del 2022, il cardinale Angelo Becciu, scrive in un’altra conversazione via chat: “Buongiorno! Un bel programma per oggi”. Un amico di cui non è svelata l’identità risponde: “Un colpo in testa al Papa”, dove il cardinale Becciu risponde “Non ci riesco”. “Lo facciamo noi”.

Le conversazioni, tutte in lingua sarda, sono state fornite dalla guardia di finanza di Oristano, che le ha tradotte fornendo un vocabolario. Nelle conversazioni il Papa viene chiamato con diversi nomignoli. Zizzu (Francesco), Su Mannu (Papa), Puzzinosu (schifoso). I messaggi di Becciu sono la prova di un ambiente ostile maturato all’interno contro il Vaticano. Il processo contro il cardinale era iniziato il 27 luglio 2021, dopo la decisione di Papa Francesco, il 24 settembre 2020, di togliegli l’incarico di prefetto della congregazione dei Santi e di sollevarlo dai diritti legati al cardinalato. Prima dell’inizio del processo, Bergoglio aveva trasferito i fondi dalla Segreteria di Stato all’amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa), modificando poi l’ordinamento giudiziario vaticano del Vaticano per rendere possibile il processo al cardinale al tribunale Vaticano. Prima di allora, anche se rinviati a giudizio, comparivano davanti alla Corte di Cassazione presieduta da un porporato parigrado. Recentemente, anche se non si è ancora concluso il processo, Papa Francesco ha permesso ad Angelo Becciu di frequentare di nuovo le cerimonie pubbliche.

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