“Test agli imbarchi per chi lascia l’Isola”, è scontro tra Sardegna e Lazio

Duro confronto tra le 2 regioni.

E’ scontro dopo le parole dall’assessore Regionale alla sanità del Lazio Alessio D’Amato che chiede test agli imbarchi dalla Sardegna e ha affermato che il “mancato rispetto delle regole nei locali della movida in Sardegna rischia di far esplodere una bomba virale”.

Coronavirus, da isola Covid free ora la Sardegna rischia la chiusura

“È incomprensibile e inaccettabile che qualcuno, intervenendo sui recenti contagi che si sono verificati nel nostro territorio, continui con insistenza a puntare il dito contro la nostra Isola”. Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, in risposta alle dichiarazioni del collega della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

Ipotesi di chiusura della Sardegna: “Non siamo gli untori d’Italia, attacchi vergognosi”

“Grazie alle misure messe in campo e alla responsabilità dei sardi, siamo riusciti a ridurre a un valore prossimo allo zero la circolazione del virus nella nostra regione”, prosegue l’esponente della Giunta Solinas. “I casi accertati nelle ultime settimane – precisa l’assessore – sono tutti d’importazione, cioè riconducibili a contagi avvenuti fuori Sardegna o a migranti arrivati sulle nostre coste, nonostante l’allarme lanciato dalla regione affinché fossero impediti gli sbarchi clandestini. L’attività di tracciamento e l’isolamento dei contatti dei casi positivi è sempre stata portata avanti con grande professionalità e scrupolo dai nostri sanitari, per garantire la sicurezza dei cittadini”.

Possibile chiusura della Sardegna: “Ieri negavano i test, oggi vogliono chiudere l’Isola”

“Indicare la Sardegna come un pericolo per le altre regioni, al punto di invocare i test per chi parte dall’Isola, non solo non rispecchia la reale situazione epidemiologica del nostro territorio, ma è profondamente ingiusto nei confronti di una terra che ha combattuto il virus con forza, anche a costo di grandi sacrifici. Spero che certe affermazioni non vengano esternate per spostare l’attenzione da mancanze avvenute altrove. Non accettiamo di essere bollati come untori e di doverne pagare ingiustamente il prezzo anche a livello di immagine”

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