I piccoli negozi si spostano in città, ma i dati del commercio di Sassari sono ancora negativi

In corso, secondo il presidente di Confcommercio, una migrazione delle attività dai centri commerciali.

Piccoli, timidi passi per una ripresa del commercio a Sassari. Tracce di vita a macchia di leopardo ma continue che s’intrecciano con un dato solo in parte sorprendente: “E’ in corso la migrazione delle attività- dichiara Pier Giuseppe Canu, presidente della Confcommercio territoriale – dai centri commerciali alla città”. Per ora avvisaglie, scricchiolii di un sistema che altrove mostra però già i segni increspati d’una faglia. Il contro-esodo è motivato, spiega Canu, “dai canoni troppo alti” che nel capoluogo turritano sarebbero più accessibili. Nel frattempo, sottovoce, prende corpo un altro trend: “A Sassari stanno aprendo molte micro-attività”.

Una tendenza innervata da piccole imprese “di grande qualità che riformano quello strato sociale che mancava da tempo”. Spesso a gestione familiare, formate da tre-quattro dipendenti massimo, “forse non si arricchiranno ma stanno diventando realtà stabili e durevoli che fanno da volano allo sviluppo dei quartieri”. A fare la parte del leone in questo incipit di resurrezione è il food, in particolare nella sua declinazione, ormai regina, dell’asporto. Associato poi al delivery, alla consegna a domicilio, che pure a Sassari come nel resto d’Italia, procede a tamburo battente non solo sulla ristorazione ma anche nell’alveo di panetterie e frutta e verdura. “Sempre sul versante cibo – continua Canu – bisogna registrare il boom delle pasticcerie che stanno spuntando un po’ dappertutto”. Nelle variazioni, calamite per un indotto variegato, destinate ai celiaci o agli amanti dei dolci francesi.

“Il ritorno delle micro-imprese lo si vede anche con la riapparizione dei calzolai o di esperti nella manutenzione delle case”. Certo manca il grande investitore, il flusso importante di denaro come, di recente, ha anche sostenuto il sindaco di Sassari testimoniando delle difficoltà in questo senso, soprattutto in ambito alberghiero. Qualcosa però si intravede: ad esempio la futura apertura di Vela Shop dove prima si trovava Posh, o del grosso studio nel settore salute in via Napoli. Minime emersioni in un quadro generale che procede zoppo come attestano i dati della Camera di Commercio, con flessioni sul settore abbigliamento, dell’artigianato, i generi non alimentari. “Il saldo però – ha dichiarato qualche giorno fa il presidente dell’ente camerale Stefano Visconti – tra le imprese che hanno chiuso nel 2021 e aperto nello stesso anno è comunque positivo”. Non rimane che sperare.   

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