Da Sassari agli Usa e al Messico, i ristoranti di Antonello Luiu conquistano l’America

Il sassarese Antonio Luiu ha aperto diversi ristoranti tra San Diego e Valle del Guadalupe.

Tu vuò fà l’americano!” Il motivo di Renato Carosone potrebbe essere la colonna sonora dell’imprenditore sassarese Antonello Luiu se si aggiungesse anche ‘messicano’. Perché Antonello, 45 anni, nativo del Sacro Cuore a Monte Rosello, da oltre vent’anni ha varcato il Tirreno e poi l’oceano per cercare fortuna ottenendola al confine tra la statunitense San Diego e il paese latino.

“Ho iniziato– ci racconta – come panettiere, allo stesso modo di mio padre e dei miei nonni, lavorando per quasi dieci anni tra Sassari e Porto Torres”. Trascorre ogni notte a panificare ma non ha tempo per il riposo: “Di giorno infatti mi allenavo per i 100 e i 200 metri seguito da coach Giorgio Fenu”. È una delle migliori promesse della velocità sarda, lo dimostra l’argento ai campionati italiani indoor del 1994 e il far parte, durante il servizio militare, del Primo Reparto Speciale Atleti insieme a gente del calibro di Francesco Totti e Alessandro Del Piero o il pilota Jarno Trulli. Ma lo scatto a un certo punto vira verso altri traguardi. “Mi trasferisco a Roma e poi in Inghilterra, Scozia e Irlanda dove imparo l’inglese e mi inserisco nel mondo della ristorazione”.

A questo punto ‘Antonio’, è il suo nome sui documenti, prende velocità e approfitta di una grande occasione: “Dal 2004 al 2007, per 13/14 ore al giorno e sette mesi all’anno, lavoro sulle navi da crociera della Princess Cruises”. E se suona familiare un motivo c’è: sono quelle rese famose dalla serie tv Love Boat. A proposito d’amore, nel 2006 arrivano le nozze con Diana, messicana, a cui deve tutto: “Mi ha liberato togliendomi il chip da dipendente”. Una svolta a cui ne segue un’altra perché l’America è dietro l’angolo ma serve una green card, l’autorizzazione che consente a uno straniero di risiedere sul territorio Usa. Lasciapassare molto difficile da ottenere: “Nel frattempo ci trasferiamo in Canada e mi impiego per la catena di supermercati Metro dove tra l’altro imparo a sfornare nuovi tipi di pane”. Tutti saperi depositati che ritornano utili quando la green card arriva e Antonello si lancia nell’aprire un primo ristorante negli States, e poi visto il successo ne nascono altri quattro- Gianluca Ristorante Pizzeria, così l’insegna dal nome del primo figlio-  insieme a tre food court (una specie di fast food) all’interno degli shopping mall (enormi centri commerciali).

Ma il nostro non è neppure arrivato a metà pista della sua lunga corsa. L’aspettano infatti due mete ambiziose: “Stiamo aprendo due nuovi ristoranti, uno a San Diego e l’altro nella messicana Valle del Guadalupe”. Garbatella il primo, dal nome del quartiere romano, dislocato su 680 mq realizzato col socio Saul Plata, e Trentino il secondo. A co-finanziarlo Fidel Gutierrez Cetto, Ceo della G-Global, leader del gruppo musicale Los Sebastianes con cui ha vinto 2 Grammy Award e che, last but not least, produce 4 milioni di litri di vino. “L’eredità della cucina sarda per noi è essenziale: facciamo grigliate miste, la pizza con l’impasto madre, l’ossobuco, il branzino e così via”. Lo sguardo all’indietro nello sprint produce un ralenty malinconico: “Sono appena stato a Sassari. Ho visto una città bastonata, invecchiata e gli imprenditori a terra perché li si continua a vedere come un nemico anziché aiutarli”. Ma la falcata riprende forza: “Vivo in America, di cui ho la cittadinanza, sono un manager, ho 230 dipendenti e sto bene. Ricordo sempre però che se magari nella mia città natale può sembrare che abbia creato un impero, qui invece sono piccolino”.  

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