La morte presunta di Stefano Masala.
Il tribunale di Nuoro ha emesso una sentenza di morte presunta per Stefano Masala, un giovane originario di Nule. Nel tragico evento avvenuto tra il 7 e l’8 maggio 2015, Stefano era scomparso nel nulla, proprio la notte prima dell’assassinio di Gianluca Monni, uno studente di 19 anni di Orune. Quest’ultimo era stato brutalmente ucciso da due assassini che si erano presentati in paese a bordo dell’auto di Stefano Masala.
I responsabili di quest’orrore sono stati identificati e condannati. Paolo Enrico Pinna, all’epoca dei fatti 17enne, e Alberto Cubeddu, 21enne al momento dell’accaduto, sono stati riconosciuti colpevoli dell’omicidio dei due giovani e della distruzione del corpo di Stefano Masala. Pinna è stato condannato a 20 anni di carcere, mentre Cubeddu è stato condannato all’ergastolo.
Il padre di Stefano Masala non si è mai arreso nella sua lotta per la verità. Ha continuato incessantemente a cercare risposte e giustizia per suo figlio. C’è un legittimo timore che i responsabili, prima o poi, possano beneficiare delle leggi che consentono agevolazioni o sconti di pena.
Secondo la ricostruzione processuale, confermata anche dalla Cassazione, i due cugini avrebbero ucciso Stefano Masala per poi recarsi a Orune con la sua auto e assassinare Monni. Questo gesto aveva lo scopo di distogliere i sospetti da loro stessi, in quanto Pinna doveva affrontare Monni a seguito di una rissa. La notizia della dichiarazione di morte presunta è stata riportata dal quotidiano La Nuova Sardegna.
È stato l’avvocato, su mandato della famiglia di Stefano Masala, a presentare una richiesta al tribunale di Nuoro affinché venisse ufficializzata la morte presunta di Stefano. La sezione collegiale civile, presieduta da Tiziana Longu, ha accolto la richiesta con una sentenza emessa il 25 maggio scorso, ritenendo che vi fossero i presupposti necessari. Inoltre, sono trascorsi più di 7 anni dalla scomparsa di Stefano Masala senza che siano state riportate notizie sulla sua presunta sopravvivenza.