Blitz in ospedale a Sassari, Manca (M5s): “Avevo ragione, il codice rosa non c’è”

codice rosa Sassari

La denuncia della consigliera sul pronto soccorso di Sassari.

Sassari ha smantellato il codice rosa per le donne vittime di violenza maschile. A fare una nuova denuncia la consigliera regionale Desirè Manca, del M5s, la quale ha verificato effettuando una visita ispettiva all’interno dell’ambulatorio del Pronto Soccorso, alle 10.20, dove ha chiesto di essere sottoposta al percorso dedicato a un paziente vittima di violenza sessuale.

La consigliera pentastellata ha riscontrato gravi carenze nel presidio sanitario, dove le donne che subiscono violenza sessuale vengono lasciate per ore in attesa di una visita e poi sottoposte a una via crucis che rende ancora più complicato il loro percorso di denuncia.

Ore di attesa al pronto soccorso e poi l’odissea per le vittime.

Per le donne vittime di violenza, sessuale e fisica, nei giorni festivi mancano anche servizi di sostegno fondamentali. “Praticamente prese a schiaffi, sballottate e abbandonate – dichiara Manca -. Prima parcheggiate in un ambulatorio per ore in attesa di una visita, poi caricate come pacchi su un’ambulanza e trasportate in un altro plesso ospedaliero per poter fare una prima visita ginecologica. Ricaricate in ambulanza, riportate in ambulatorio e poi dopo altre ore di attesa un nuovo giro identico, ma verso un altro plesso ospedaliero ancora, per la visita infettivologica. Al termine di uno strapazzo disumano, quando si attende una figura fondamentale come quella dello psicologo, si viene a scoprire che non c’è, perché, trattandosi di un giorno festivo, il servizio non è attivo. Lo psichiatra? È uno solo, ed è occupato nel proprio reparto per un tso per un tentativo di suicidio (si presenterà un’ora dopo la chiamata). L’assistente sociale? Assente anche questo perché nei giorni festivi non è previsto”.

La precedente denuncia della consigliera Manca (M5S).

La consigliera regionale aveva denunciato la soppressione del codice rosa a Sassari, lo scorso 14 novembre e presentato un’interrogazione. Ora ha deciso di andare fino in fondo. “Questo è il percorso drammatico e traumatico a cui sono sottoposte oggi le persone vittime di violenza che arrivano al Pronto Soccorso dell’Aou di Sassari – dice -. La stessa azienda ospedaliera che replicò sostenendo che le mie affermazioni fossero prive di fondamento e che il coordinamento del Codice rosa fosse stato inserito come funzione trasversale alla struttura semplice dipartimentale di psichiatria e psicologia ospedaliera”.

“Oggi – prosegue la consigliera – ho effettuato una visita ispettiva all’interno dell’ambulatorio del pronto soccorso, alle 10.20, dove ho chiesto di essere sottoposta al percorso dedicato a un paziente vittima di violenza sessuale (al pronto soccorso nel frattempo si contavano 22 accessi, un codice rosso, dieci codici gialli, di cui uno in attesa di visita da circa mezz’ora, cinque codici verdi, di cui due in attesa di visita da un’ora circa e un codice bianco). Ho chiesto a uno dei due medici di turno presenti di darmi dimostrazione del percorso, attraverso i fatti, che confermasse quanto dichiarato dai vertici dell’Aou, ovvero che il codice rossa fosse stato inserito come funzione trasversale”.

“Niente psicologi e psichiatri nei giorni festivi”.

“Purtroppo – denuncia Desirè Manca – ho potuto verificare e toccare con mano la veridicità delle mie precedenti affermazioni, messe nero su bianco in un’interrogazione. Da quando il Codice rosa per le vittime di violenza è stato soppresso, i pazienti vengono letteralmente schiaffeggiati, hanno perso un servizio essenziale, un atto di civiltà che deve essere riconosciuto. Siamo nel 2022 e qualsiasi persona, uomo, bambino o donna, vittima di violenza, che sia fisica, verbale, o psicologica, ha il diritto di essere curata e seguita nel proprio pronto soccorso. Invece l’Aou di Sassari ha calpestato questo diritto, basti pensare che nei giorni festivi non sono presenti figure come lo psicologo e l’assistente sociale. Come se le persone potessero scegliere in quale giorno essere aggredite. Assurdo e vergognoso”.

“Il riconoscimento del codice rosa prevedeva la presenza di un’equipe multidisciplinare che, come dimostrato oggi, non esiste. Il servizio non esiste. Con molta rabbia rinnovo le mie affermazioni e stavolta ho dimostrato il calvario a cui vengono sottoposte le vittime. Mi dispiace enormemente che questa dimostrazione abbia avuto un esito positivo. Farò in modo che questo video venga portato all’attenzione dell’assessore alla Sanità perché credo che le vittime non possano essere trattate in questo modo disumano, in cui per poter accedere alle cure debbano attendere un momento particolare, un orario e un giorno feriale”.

Cos’è il codice rosa di cui parla la consigliera regionale e come funziona.

Il codice rosa è un percorso di accesso preferenziale al pronto soccorso riservato a tutte le vittime di violenza, in particolare donne, bambini e persone discriminate. Prevede precise procedure di allerta e attivazione dei successivi percorsi territoriali, nell’ottica di un continuum assistenziale e di presa in carico globale. Questo opera in sinergia con con la rete territoriale del centri antiviolenza, in linea con le direttive nazionali e internazionali.

Quando una donna arriva al pronto soccorso dichiarando di essere vittima di violenza o quando il personale si accorge della situazione, la donna, anziché attendere come accade con i codici di bassa priorità, viene fatta accomodare in una sala apposita del pronto soccorso con servizi e strumentazione sanitarie adeguate al caso. Solitamente dotate di un bagno con doccia, strumenti ginecologici come kit per lo stupro per garantire la privacy. All’interno della stanza protetta, il personale visita e ascolta la vittima, ascoltandola, offrendole tutte le informazioni per affrancarsi dalla violenza: dall’esistenza dei Centri antiviolenza, alla possibilità di denunciare direttamente dal pronto soccorso.

Condividi l'articolo