Focolaio a Campanedda, il parroco: “Nessun contagio dalla parrocchia”

A seguito delle tante notizie circolate in queste ore che hanno interessato la borgata di Campanedda, alla periferia di Sassari, e che ha visto la parrocchia al centro delle polemiche, il parroco don Francesco Marruncheddu smentisce che il focolaio sia partito dalla struttura ecclesiale.

Le parole del parroco.

“Il contagio è partito dalla locale scuola primaria, dove una docente è risultata positiva al Covid-19, e ha poi involontariamente contagiato i suoi alunni, tra i quali molti frequentano il catechismo in questa parrocchia e si preparavano, pochi giorni dopo, a ricevere la prima Comunione – ha affermato don Marruncheddu -. Nessun contagio è invece partito dalla parrocchia e nell’ambito delle sue attività, dove tra l’altro sono state sempre osservate col massimo rigore tutte le forme di prevenzione del contagio“.

Il sacerdote, inoltre, ha messo l’accento su alcuni particolari: “In questo periodo in parrocchia non era prevista alcuna celebrazione delle Cresime, ma un doppio turno di prima Comunione, rispettivamente nelle domeniche 6 e 13 giugno, il primo a Campanedda, il secondo a La Corte. Entrambe le celebrazioni sono state sospese e rimandate a data da destinarsi“.

La positività della docente.

Appresa la possibile positività dell’insegnante, nella mattinata di venerdì 4 giugno, a meno di 48 ore dalla celebrazione prevista, il parroco ha preventivamente sospeso la celebrazione delle prime Comunioni, aprendo da subito un tavolo di confronto sul come affrontare la spiacevole situazione, con la Municipalità della Nurra nella persona del presidente Alessandro Colombino, il medico di base della borgata e l’Ufficio Giuridico della Curia.

Avuta poi la certezza della conferma della positività della docente, nella prima mattinata di sabato 5 giugno, il parroco ha provveduto immediatamente ad annullare la celebrazione, nell’interesse dei singoli e della comunità, e ben consapevole dei danni che si andavano a determinare per le famiglie dei festeggiati e per tutto l’indotto, quale ad esempio la ristorazione, scartando la possibilità, ventilata da alcuni, di proseguire verso la celebrazione con l’ausilio di un tampone per i bambini da effettuarsi alcune ore prima del rito previsto.

La cautela.

I fatti hanno dato ragione alla cautela, in quanto, a seguito della regolare attivazione, per interessamento della scuola, dell’intervento dell’Ats, i bimbi sono stati tutti messi in quarantena già nella fine mattinata di sabato 5 giugno, e a seguito dei tamponi effettuati lunedì 7, venivano poi riscontrati 7 casi di contagio, dei quali 3 tra i bimbi di prima Comunione. Fatto che ha fatto scattare il conseguente tracciamento dei contatti tra i familiari e i compagni dei bimbi stessi. Attualmente tutti i bimbi, compresi quelli positivi, stanno bene, sono asintomatici e attendono il secondo tampone. Stanno bene e sono negativi anche i loro genitori e congiunti.

Nella parrocchia, come del resto sempre dall’inizio dell’emergenza pandemica, si è proceduto con la massima cautela e severità, annullando anche altre celebrazioni previste per i giorni successivi, anche per permettere la sanificazione degli ambienti, che è avvenuta ieri, in collaborazione con la Municipalità della Nurra e con la locale sezione dell’Avis di Campanedda. Anche il parroco si è sottoposto a tampone presso l’Ats, con esito negativo. Solo dopo tale sanificazione la chiesa parrocchiale di Santa Maria a Torres è stata nuovamente aperta al culto.

Rinviate le prime Comunioni previste oggi.

In via cautelativa sono state rinviate anche le prime Comunioni previste per oggi nella chiesa di San Cristoforo alla Corte, in quanto i bimbi avevano partecipato ad un incontro in comune con i coetanei di Campanedda qualche giorno prima. Anche per loro è stato attivato, in questo caso su segnalazione della parrocchia, l’interessamento dell’Ats, facendo così scattare anche per loro l’obbligo del tampone. Stanno tutti bene e si attende l’esito. Entrambi le celebrazioni sono state rimandate a data da destinarsi, ovvero ad emergenza conclusa.

Nessun contagio dalla parrocchia.

“Da tutto questo si evince che non solo nessun caso di contagio è ascrivibile ad attività della parrocchia, peggio ancora ad una sua incuria, e a nessun abbassamento della guardia, ma che in questa situazione la parrocchia può intendersi come parte che ha subìto le più dolorose conseguenze di una spiacevole situazione non originata in essa, né in alcun modo imputabile a scelte o inavvedutezze”, ha rimarcato don Marruncheddu.

Il dolore più grande, secondo il sacerdote, resta quello per i bimbi, che fortunatamente stanno tutti bene, ma che hanno sofferto non poco nel vedere annullata la loro grande festa, così tanto attesa e preparata con amore, a poche ore dall’inizio. Un dispiacere certo rilevante in bambini di 8 e 9 anni che hanno vissuto, con il tratto particolare della loro età, la prima delusione della loro giovane esistenza, pur con la vicinanza amorevole dei genitori e della parrocchia, e rassicurati dalla promessa dello spostamento della cerimonia alla prima data utile sicura.

“Mentre la parrocchia si stringe con affetto ai propri bambini del catechismo, non dimenticando l’insegnante alla quale si augura pronta guarigione, viene ribadita con forza l’estraneità della parrocchia e delle sue attività nella questione del contagio che ha interessato diverse famiglie della comunità“, ha concluso don Marruncheddu.

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