Quando le nomine per la Lega a Sassari sono un affare di famiglia

Familiarità nella Lega di Sassari.

La difesa della famiglia per la Lega di Sassari è uno dei punti cardine del programma elettorale. Un ideale nobile, che è stato messo in pratica dagli stessi attivisti del Carroccio, concentrando in un’unica famiglia le diverse cariche del partito. La nomina di Ludovica Mastinu al coordinamento provinciale dei giovani leghisti, infatti, ha creato nuovi malumori tra i sardo-padani poiché la 22enne studentessa di Scienze Politiche è la figlia della coordinatrice della Lega di Sassari, Marina Puddinu. Entrambe, inoltre, sono parenti del consigliere regionale Ignazio Manca, eletto tra le fila del Carroccio nel collegio di Sassari.

La nomina ieri mattina.

La nomina, visto che nel partito di Matteo Salvini non vi sono elezioni interne, è giunta ieri mattina dal coordinatore regionale della Lega giovani, Andrea Piras, in occasione dell’avvio del Tour Lega giovani, alla presenza del coordinatore nazionale, l’onorevole Luca Toccalini.

“Ludovica è una militante della Lega che, con la sua determinazione e voglia di contribuire fattivamente al progetto, spinta da tanta voglia di cambiamento, potrà fornire alla provincia di Sassari la giusta grinta per una rinascita – ha commentato Piras -. Il suo apporto, in sinergia con il gruppo provinciale e con i ragazzi del territorio, sarà fondamentale per far crescere sempre più il nostro gruppo“.

L’abbandono di Miscali.

Giustamente, come sottolineava il coordinatore regionale, la Mastinu è una militante della Lega, nonché l’unica della sezione giovanile. Martedì scorso, infatti, ad abbandonare il ruolo di coordinatore provinciale era stato Giovanni Miscali, sedotto e abbandonato dall’enclave familiare.

“Tutto deve essere approvato dall’alto, da un post sulle pagine social ad una manifestazione in piazza. Le proposte e le critiche costruttive sono percepite come minacce e portano all’essere isolato – aveva affermato l’ex coordinatore giovanile della Lega -. Il coinvolgimento esiste solo per seguire la logica dei numeri. La situazione del partito a livello locale è disastrosa ed i vari abbandoni di militanti storici lo dimostrano. Delle tante promesse fatte in campagna elettorale per le regionali del 2019 nemmeno una è stata mantenuta ed oggi siamo diventati l’unico partito su cui addossare tutte le colpe delle mancanze della giunta regionale”.

Una lunga scia di veleni.

Alla vigilia delle elezioni regionali il malcontento all’interno del partito leghista nell’isola era diventato sempre più consistente, soprattutto a Sassari. Nel gennaio 2019 a sbattere la porta era stato l’ex coordinatore provinciale Giovanni Nurra, che aveva ammesso la propria vicinanza agli ambienti della massoneria: “Sì, io nel 2013 ero vicino a quegli ambienti. Oggi non appartengo più a quella che considero una congrega di scalcagnati in cerca d’autore”. Pochi mesi prima lo stesso Nurra aveva sporto una denuncia in Questura lamentando, nientemeno, che un tentativo di sabotaggio nei suoi confronti. Le verifiche della Digos, tuttavia, diedero esito negativo e la denuncia finì archiviata.

A maggio dello scorso anno, invece, il deputato sardo Guido De Martini era stato sostituito dal lombardo Eugenio Zoffili che gli aveva soffiato il ruolo di commissario. L’ulteriore declassamento si era aggiunto a quello avvenuto poche settimane prima quando, a Sassari, il consigliere regionale Ignazio Manca era stato sostituito dal presidente del Consiglio regionale Michele Pais.

Il partito leghista è risultato talmente spaccato e senza numeri che da tempo ha dovuto chiudere la sede. Tensioni e mancanza di indirizzo politico che avevano spinto alle dimissioni anche Daniele Deiana, conosciuto in città per la gestione di un’importante locale e attualmente militante tra le fila di Fratelli d’Italia. Un abbandono che ha lasciato da solo Francesco Ginesu, unico consigliere comunale in quota Lega. Lo stesso Ginesu, che si ipotizzava potesse diventare presidente del consiglio comunale, è stato sconfessato dal pentastellato Maurilio Murru. Indiscrezioni trapelate dalla presenza, neppure troppo velata, del consigliere comunale insieme al consigliere regionale, Ignazio Manca, in occasione del comizio finale di Nanni Campus. Apparentamenti che mai sono piaciuti all’attuale primo cittadino, in virtù del fatto che sia Ginesu che Manca sostenevano il candidato sindaco del centrodestra, Mariolino Andria.

Il commando dei lombardi.

A supporto dei malumori nel Carroccio sassarese vi è stato l’arrivo del commando lombardo. Non appena insediata la giunta regionale, le prime nomine dei capo gabinetto riguardarono Alessio Zanzottera, commissario del Carroccio a Corbetta e già vicesindaco di Santo Stefano Ticino (Milano), designato all’assessorato agli Affari Regionali. Luca Erba, che ha preso servizio ai Trasporti ed è originario di Como. Ed infine Elia Pantaleoni, della medesima provincia che si è insediato alla Sanità, poi proposto alla guida dell’Ats.

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