La Misericordia di Sassari in prima linea per aiutare gli altri nel ricordo di Luca

Il grande impegno della Misericordia di Sassari.

Da oltre 23 anni la Misericordia di Sassari offre un aiuto a quanti si trovano in difficoltà. L’associazione di soccorso e protezione civile, fondata nel 1244, col passare dei secoli ha un migliaio di sedi in tutta Italia. A raccontare il grande lavoro dell’organizzazione, una delle più importanti insieme alle croci rosse e Anpas, è Giovanni Mura, rieletto alla presidenza regionale e sassarese.

La nascita dell’associazione.

“Siamo partiti da Sennori effettuando il soccorso sanitario per poche ore. Poi, col passare del tempo, ci siamo distinti a Sassari, offrendo il nostro supporto al 118 – esordisce Mura -. Credo fortemente nel servizio e nell’innovazione, fin da quando ho deciso di fondarla, nel gennaio del 1999. La nostra ispirazione è cattolica e questo elemento è presente nell’associazione“.

Le attività di soccorso.

È sempre alla Misericordia di Sassari che si deve l’ideazione del 118 per bambini. Un servizio di soccorso pediatrico nuovo, nato nel 2006, che ha visto le ambulanze a misura di infante con giocattoli all’interno dei mezzi medici. Ed è sempre alla stessa associazione che si deve un importante spinta nel soccorso bariatrico, che fino a pochi anni fa presentava diverse lacune. Conta una quindicina di mezzi, tra le quali 4 ambulanze, una apposita per affrontare le maxi emergenze e altre 4 della protezione civile. Inoltre si avvale si alcune moto e scooter nelle grandi occasioni, quali ad esempio i Candelieri o la Cavalcata Sarda.

Il grande impegno dei giovani.

A Sassari l’associazione conta una sessantina di volontari, dai 16 anni in su. E le porte sono aperte all’arrivo di nuove figure attraverso il Paem, acronimo di partecipazione, abilitazione, esperienza e motivazione. “Siamo in continuo fermento per organizzare i corsi ai nuovi volontari e contiamo di incrementarne il numero attraverso il Paem – prosegue il presidente -. I corsi dureranno circa un anno e chi viene opererà immediatamente sui mezzi, almeno nella formazione di base“.

La passione per la protezione civile.

Non meno importante resta il versante della protezione civile. La Misericordia di Sassari, che offre un eccellente servizio antincendio, con operatività speciali, ha avuto importanti collaborazioni con il soccorso alpino e i vigili del fuoco. Cooperazione che serve soprattutto a far maturare nuove esperienze a quanti provano sul campo. Altro punto di forza, altresì, è quello dell’alternanza scuola-lavoro con il Liceo Scientifico.

L’organizzazione è tra le meglio strutturate, come chiarisce il presidente: “Purtroppo abbiamo dovuto fare i conti con alcune maxi emergenze. Su tutte l’esplosione della nave Panam Serena, a Porto Torres, nel Capodanno 2004. Inoltre siamo stati a L’Aquila nel 2009 e ad Amatrice nel 2016, dove sono stato capo-campo. Mi sono confrontato con la sofferenza delle persone e, per quanto possibile, ho portato quanto mancava, grazie anche alla collaborazione di altri soci. In questi casi non basta la passione, occorre metterci il cuore. E quanto effettuato in quei territori mi ha dato una spinta per far cose nuove anche qui, a Sassari”.

L’emergenza coronavirus.

L’emergenza coronavirus ha concretizzato, suo malgrado, un’altra idea della Misericordia di Sassari. Ovvero l’ideazione di ambulatori mobili, con container, che all’inizio sembravano irrealizzabili, ma che poi sono stati posizionati all’esterno di numerosi ospedali. Su tutti il Santissima Annunziata. Un modello importato dalle tristi esperienze dei terremoti che hanno drammaticamente segnato il centro Italia.

Il ricordo di Luca Simula.

Il logo dell’associazione, a differenza di quelli presenti nelle altre Misericordie, ha qualcosa di diverso. Tutti i mezzi, infatti, sono dedicati a Luca Simula, morto nel novembre 2002, a soli 23 anni, per un arresto cardiaco. Il giovane era uno dei due soci fondatori. Un ragazzo che è presente non soltanto nella rappresentazione di giocatore di basket, ma soprattutto nel cuore di Giovanni Mura, che con lui ha condiviso la fondazione dell’organizzazione sanitaria e di protezione civile.

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