Vaccini e screening a Sassari contro il papillomavirus

vaccini Sassari

La giornata contro il papillomavirus.

Si celebrerà domani, anche a Sassari, l’International Hpv awareness day, l’iniziativa su scala mondiale organizzata dall’International papillomavirus society (Ipvs) che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’Hpv, il papillomavirus umano. L’obiettivo è spiegare cos’è, a quale rischi espone e soprattutto come fare per ridurne l’impatto. Vaccinazioni e programmi di screening, questa l’azione congiunta che strutture sanitarie territoriali e ospedaliere del Nord Sardegna mettono in campo contro l’Hpv.

L’infezione.

L’infezione da Papilloma virus umano (Hpv, Human Papilloma Virus) è l’infezione sessualmente trasmessa più frequente in entrambi i sessi. L’International Agency for research on cancer (Iarc) già nel 1995 ha inserito l’Hpv tra gli agenti cancerogeni per gli esseri umani, che può determinare neoplasie in diversi distretti organici in sede genitale e orofaringea. Si stima, infatti, che l’Hpv sia responsabile di quasi il 100% dei tumori della cervice uterina, dell’88% dei tumori anali, del 70% dei tumori vaginali, del 50% dei tumori del pene e del 43% dei tumori vulvari.  

Alta sopravvivenza.

Il tumore della cervice uterina è tra i tumori a più alta sopravvivenza, cioè può beneficiare di terapie efficaci e, soprattutto, di diagnosi precoci e tempestive. Attualmente vengono effettuate due tipologie di interventi di prevenzione, di tipo primario e secondario. Il primo consiste nella vaccinoprofilassi, il secondo nell’esecuzione di programmi di screening cervicale organizzati, basati su un invito attivo alla popolazione a maggior rischio, con l’offerta di un percorso di approfondimento assistenziale e terapeutico definito e gratuito.

Lo screening.

Nel territorio del Nord Sardegna è attivo il servizio di screening cervicale organizzato, con chiamata attiva delle utenti, che prevede l’esecuzione dell’Hpv Dna test nelle donne con citologia positiva per displasia cervicale.

L’attività di screening vede una forte sinergia tra strutture ospedaliere e territoriali. Il servizio, infatti, si avvale di un pool multidisciplinare di professionisti dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari e dell’Asl di Sassari che conducono diverse attività. Da una parte quindi, sul territorio, il Servizio screening diretto dal dottor Antonio Genovesi e le sedi del Consultorio familiare, diretto dal dottor Roberto Pietri. Dall’altra le varie strutture dell’Aou di viale San Pietro, a partire dall’Anatomia patologica, diretta dal professor Antonio Cossu, che è stata individuata come laboratorio di riferimento per l’analisi citologica. Quindi ancora il laboratorio di Epidemiologia molecolare, diretto dal professor Andrea Piana, che fa capo alla Direzione Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere e che esegue le analisi molecolari, finalizzate alla ricerca del DNA degli Hpv ad alto rischio. Le analisi svolte nel laboratorio sono in grado di individuare le donne a maggior rischio di sviluppare una neoplasia cervicale in anticipo rispetto all’esame citologico, nonché, in caso di esito negativo, di ripetere lo screening con minore frequenza (ogni cinque anni), con notevole risparmio di risorse.

A queste strutture si aggiungono l’Ostetricia e Ginecologia, diretta dal professor Giampiero Capobianco, che si occupa degli approfondimenti diagnostici di III livello in caso di pazienti positive al virus e con displasia cervicale. L’Otorinolaringoiatria, diretta dal professor Francesco Bussu è centro di riferimento per le patologie Hpv-correlate della testa-collo. Quindi la Dermatologia, diretta dalla professoressa Maria Antonietta Montesu, che si occupa delle lesioni maligne o benigne provocate dal virus.

Negli ultimi due anni, a causa della pandemia da Covid-19, in Italia gli interventi di prevenzione del carcinoma cervicale hanno subito un rallentamento sia a livello di screening (calo degli inviti e della propensione ai controlli), sia come adesione alla vaccinazione anti-Hpv. È opinione degli esperti quindi che sia necessario implementare le conoscenze sull’infezione da Hpv e sui sistemi di prevenzione, con interventi di educazione sanitaria rivolti ai soggetti più giovani.

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