Il parcheggio di piazza Mazzotti non si farà, ma è ancora nel Dup di Sassari

Il direttore generale del Comune esclude il terzo parcheggio in struttura di piazza Colonna Mariana.

Il parcheggio di piazza Mazzotti non si farà, posso escluderlo con quasi assoluta certezza”. Così il direttore generale del Comune di Sassari Claudio  Castagna questa mattina a Palazzo Ducale mentre interveniva, in seconda commissione, sul Dup. E proprio nel documento unico di programmazione appare ancora il progetto cavallo di battaglia del sindaco Campus alle ultime Comunali che, come ammette il dg, “era previsto nelle linee programmatiche di mandato”. La sosta in struttura nello slargo del centro storico faceva anche parte dell’accordo stipulato nel 2004 con la ditta Saba- firmato tra l’altro proprio dal direttore generale, che includeva appunto, oltre ai parcheggi di Emiciclo e piazza Fiume, pure quello di piazza Colonna Mariana.

Lettera morta fino a oggi e domani anche, almeno secondo Castagna che però precisa: “Finché non si compie un atto integrativo che tolga da quel contratto piazza Mazzotti credo sia inopportuno eliminarlo”. Anche perché quell’accordo “prevedeva che se non fosse stata raggiunta una certa percentuale di occupazione l’intero impegno finanziario si sarebbe dovuto riequilibrare”. Così si studiano “diverse opzioni localizzative che è inutile rivelare”, continua il direttore, “finché non c’è una certezza da parte dell’azienda”.

Che sta stilando “l’analisi della redditività in un eventuale terzo parcheggio” nella zona ancora da identificare insieme al vaglio sugli incassi. In attesa dei documenti, Claudio Castagna si sofferma sui parcheggi in superficie: “E’ ora di mettere un punto ai vari contratti fatti perché sono tutti provvisori e invece dobbiamo farne uno a carattere definitivo individuando esattamente il numero di stalli”. Come noto gli oltre mille di partenza sono scesi a poco più di seicento e poi risaliti a 750: “Dopo la puntualizzazione degli stalli – aggiunge il dg – che Saba deve gestire, dovremo fare una revisione del canone che ci devono dare loro a fronte magari di una riduzione delle tariffe. Obiettivo questo, conclude il direttore generale, “più difficile da raggiungere”.

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