A Sassari poca richiesta per le compresse di iodio, ancora lontana la paura nucleare

Scarsa richiesta di compresse di iodio, rimedio contro radiazioni, nelle farmacie di Sassari.

A Sassari non è ancora corsa all’acquisto delle compresse di ioduro di potassio. L’assunzione del farmaco, di solito usato contro l’ipertiroidismo, fa parte della strategia per calmierare le conseguenze delle radiazioni nel caso di un incidente nucleare, possibilità ritornata in primo piano con la guerra all’Ucraina e il recente attacco alla centrale di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. Ma se nel resto d’Italia, in particolare al nord, le farmacie ricevono pressanti richieste delle pastiglie, in città al momento la domanda è scarsa: “Solo tre persone – rivela un farmacista di via Roma – che ci hanno contattato per via telefonica. Vorrebbero inviare le pillole in Ucraina”. “Due di persona – afferma un altro operatore di viale Italia – ci hanno chiesto informazioni”. Nelle altre otto farmacie da noi consultate, dal centro alla periferia, nessuno ha chiesto il prodotto, a parte un caso in Corso Vico.

“Volevano la tintura di iodio – ci spiegano – che ormai non usa più nessuno”. D’altra parte bisogna distinguere tra gli integratori a base di iodio e le compresse citate. I primi, ottenibili senza ricetta, servono a ben poco nel caso di radiazioni mentre le seconde si possono avere solo dietro ricetta medica e devono essere, così ci dicono dalle farmacie, allestite per l’occasione. La iodioprofilassi è comunque contemplata nel Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche che prevede una fornitura di questi farmaci, nel caso di una catastrofe, verso i target della popolazione più a rischio come le donne incinte e in allattamento e gli under 18. In ogni caso gli esperti invitano a evitare il “fai da te” visti i rischi per la salute dell’assunzione smodata dello iodio.

“Mi sta dicendo – interroga preoccupata una farmacista – che ora verremo presi d’assalto dalle richieste?” Impossibile dare una risposta adesso, le uniche certezze vengono dalla ricognizione della Protezione Civile e del Ministero della Salute che stanno provando a censire le scorte dei medicinali con una richiesta specifica alle regioni. “Non mi risulta – afferma il presidente di Federfarma Sardegna PierLuigi Annis – che ce ne siano in Sardegna”. Interpellata in merito la Regione Sardegna deve ancora verificare la presenza o meno delle pastiglie. “Ma se succede qualcosa – allarga le braccia un farmacista di via dei Mille – di certo non ce la caviamo con quelle compresse. Resterebbe solo da pregare”. Perché, a parte lo iodio radioattivo, sono poche le difese contro gli altri radioisotopi come, tra gli altri plutonio, uranio e polonio 210, causa di patologie devastanti quale leucemie e aplasie. L’augurio è che non si sia costretti a usare niente: “Speriamo – considerano in una farmacia di viale Dante – anche se temiamo che, che sia necessario o meno, arriveranno pure da noi richieste in massa”.

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