Il messaggio di pace dei ragazzi del Salvator Ruju di Sassari

I ragazzi dell’Istituto Salvator Ruju di Sassari espongono un’opera per la pace davanti alla scuola.

Anche i ragazzi dicono no alla guerra. Sono gli studenti dell’Istituto tecnico ‘Salvator Ruju’ di Sassari a lanciare il messaggio di pace esponendo un telo di tre metri per due sulla facciata della scuola. Trenta i giovani coinvolti nell’opera realizzata in particolare dalla classe 3 A dell’indirizzo Servizi per la sanità e l’assistenza sociale. “Abbiamo voluto – spiega la docente Annalisa Masala, promotrice dell’iniziativa insieme alle colleghe Claudia Carlini e Nicoletta Sechi – inserire entrambe le bandiere, ucraina e russa, per non dare l’idea di una contrapposizione. Siamo dalla parte del popolo sotto assedio ma anche dei russi contrari all’operazione di guerra”.

Un lavoro compiuto con le mani, dove predomina l’arcobaleno, “per comunicare un maggior senso di presenza da parte dei ragazzi”, e che rappresenta un atto concreto del corso di studi. “E’ stato fatto – continua la Masala – in tre lezioni del laboratorio di Metodologie creative, la materia che insegna loro come mettere in atto tutto quello che apprendono”. E che andrà ad aiutare nel futuro fasce di persone bisognose di assistenza e supporto come gli stranieri nei centri d’accoglienza o i bambini negli asili nido. “Nel nostro istituto – dichiara la diciottenne Rachele – si parla molto di argomenti di questo tipo e quando ci è venuta l’idea l’abbiamo subito realizzata”. Un impegno che riflette una forte presa di coscienza su quel che sta accadendo nel Paese dell’Est.

“Abbiamo parlato – aggiunge Rachele – con alcuni ucraini. Ci raccontano i bombardamenti giornalieri, soprattutto quelli notturni, e delle persone che diventano carne da macello”. Per i giovani la guerra in Europa è una novità. “Abbiamo paura – interviene Sara, un’altra studentessa – che il conflitto arrivi nel resto del continente. Fino a oggi per noi era qualcosa che vedevamo soltanto sui libri di storia”. Tutte e due progettano un futuro in cui saranno “educatrici, ostetriche o potranno lavorare coi bambini portatori di disabilità”. Intanto i piccoli della scuola elementare davanti all’Istituto di via Porcellana applaudono felici all’opera dei ragazzi. Un segnale beneaugurante per un domani, si spera, di pace.

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