Sotto gli scavi del nuovo Campus universitario scoperto un insediamento romano e nuragico

Un insediamento romano e nuragico e Sassari.

Nell’area di San Lorenzo a Sassari, laddove sarebbe dovuto sorgere un nuovo Campus universitario, i ritrovamenti che si sono succeduti nel corso dei decenni sono stati numerosi, specie durante le fasi di realizzazione del complesso dell’Orto Botanico e degli Uffici Giudiziari. Da qui si sviluppava uno dei rami dell’acquedotto romano che dall’area di Sassari, e in questo caso dalle fonte delle Conce, portava l’acqua alla più importante città romana del nord Sardegna, ovvero Turris Libisonis (Porto Torres); nel corso delle precedenti indagini, condotte a partire dagli anni ‘70, erano state rilevate un complesso di canalizzazioni, vasche e cisterne impiantate in età romana e ancora oggi in parte utilizzate; strutture murarie di non chiara interpretazione, tra cui una absidata con pavimentazione in cocciopesto, forse da identificare con la chiesa di San Lorenzo; tombe di età romana e tardo antica, sia in sarcofago sia in dolii, cioè grandi contenitori di terracotta, e abbondanti materiali archeologici che testimoniano una massiccia presenza umana a partire dall’età romana.

Per questo motivo, nell’ambito dei lavori dello studentato, si è concordato di eseguire 5 saggi archeologici, dell’ampiezza di 100 metri quadri ciascuno. In questo fase le indagini si sono concentrate su un saggio in particolare, il numero 4, che ha riportato alla luce strutture ad andamento rettilineo e altre ad andamento circolare, con abbondanti materiali archeologici. Nel corso dell’autunno 2020 si è proceduto con l’analisi dell’area tramite georadar, individuando anomalie diffuse su tutta l’area indagata. È stato quindi necessario intraprendere una seconda campagna di scavo, ampliando l’area sottoposta a scotico superficiale, ovvero la rimozione del primo strato di terra, e approfondendo lo scavo nel saggio 4.

Tutti i saggi di scotico e gli approfondimenti effettuati, seppure a differenti profondità, hanno dato riscontro positivo dal punto di vista archeologico, confermando le risultanze della prima campagna di scavo e delle indagini non invasive effettuate nel corso dell’autunno 2020, cioè la presenza di un insediamento di grandi dimensioni e pluristratificato, con fasi particolarmente rilevanti per il periodo romano imperiale, quando vengono realizzate nell’area strutture di particolare pregio, con pavimentazioni in mosaico e rivestimenti in affresco; da alcuni indicatori si rileva anche la probabile presenza di ambienti termali.

L’area del saggio 4, che come richiesto è stata l’unica sottoposta a scavo stratigrafico sistematico, è risultata di grande complessità e pluristratificata, e seppure le strutture siano conservate solo in parte, la stratigrafia si è rivelata di eccezionale interesse scientifico. Sono stati individuati in particolare livelli di frequentazione di età romana repubblicana, con ritrovamento di numerosi reperti ricomponibili, e un battuto pavimentale al di sotto del quale sono stati rinvenuti materiali pertinenti all’età fenicio-punica e nuragica. In particolare i materiali databili all’età del ferro sembrano indicare la sovrapposizione dell’insediamento romano a un insediamento nuragico, che resta attivo come emporio in età fenicio-punica. È pertanto possibile che in quest’area ricada la mansio Ad Herculem citata dalle fonti e localizzata da alcuni studiosi, tra i quali Daniela Rovina, proprio nell’areale di San Lorenzo a Sassari.

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