L’idolo della Torres Tolu e quel suo gol passato alla storia: “Quante emozioni in rossoblù”

Tolu è stato uno dei più grandi calciatori della Torres.

Per Walter Tolu, 187 presenze in rossoblù, la maglia della Torres è una seconda pelle. Vent’anni di carriera per il classe 1961, con migrazioni anche extraregionali, ma sempre legata a doppio nodo alla squadra della propria città: “Non basterebbero – afferma Tolu – tutti i vocaboli dello Zanichelli per descrivere l’emozione di aver giocato con la Torres”. Ma prima dell’amore per la compagine sassarese nasce quello per il football, coltivato giocando nel campetto di viale Adua quando a 11 anni militava per l’Astrea. Poi l’apprendistato da calciatore in erba: “Pur di giocare ho fatto tutti i ruoli: stopper, mediano, terzino. Poi, finalmente, i mister mi fanno fare l’ala. Lì davo il 100%”.

A farlo esordire Vanni Sanna, il suo “secondo padre”, nel 79-80, dopo aver ricevuto la benedizione degli anziani dello spogliatoio: “Entro e mi lanciano una scarpa. Esci e bussa. Torno indietro e aspetto, da dietro la porta. Avanti. Rientro con la consapevolezza di aver imparato una lezione”. Un’altra gli arriva dallo stesso Sanna quando, avendo comprato di nascosto in ritiro bibite e birre per la squadra, sorpreso dal mister con la busta in mano si ritrova ricompensato con la confisca delle bevande e un calcio nel sedere: “Da allora ho imparato rispetto e disciplina”. Due cardini della sua vita sportiva che l’hanno portato a compiere imprese sportive di peso ma con un rammarico: “Non aver giocato la B. L’ho sfiorata però per due volte con la Torres e una con la Fidelis Andria. In compenso arrivano le promozioni in C2 e C1, quest’ultima ottenuta sul campo dell’Alessandria nell’87 davanti a quattromila tifosi venuti da Sassari. Mister Leonardi ci disse: Che ve devo dì? Siamo arrivati qui. Fate quello che volete”.

Per la cronaca finì 1 a 0 con goal di Piga. E a proposito di segnature, Tolu ne ha fatte poche ma molte ne ha fatte fare: “Sono stato un assist man, in particolare per Roberto Ennas che sapeva sempre dove sarebbe finita la palla”. Ma un gol realizzato da Walter è passato alla storia: “Contro l’Olbia nel 1985. Gli avevo già segnato in altre occasioni. Quella volta, per la Torres, partivo dalla panchina. I tifosi olbiesi mi hanno insultato per tutto il tempo. Alla ripresa entro e faccio goal. Corro verso di loro salutandoli”. A fine partita, intervistato, afferma di aver fatto ciao alla fidanzata beccandosi poi da lei del falso. Episodi gloriosi di un calcio che non esiste più: “Il gioco di oggi non mi piace. Troppo fisico e schematico. Per non parlare dei soldi. Come fa un ragazzino di 12 anni ad avere già il procuratore?”. Di tornare allo stadio non se ne parla: “Soffro troppo in tribuna”. Oggi, nonostante sia assorbito dal lavoro di rappresentante di commercio, pensa ancora alla sua squadra del cuore: “E’ un dolore vedere la Torres così. Questa città ha i numeri per realizzare qualcosa di più importante”.

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