La parità è miraggio a Sassari: una donna su due non lavora

parità di genereSASSARI

La parità di genere a Sassari.

La parità di genere è un traguardo lontanissimo anche in Sardegna e in provincia di Sassari. Stando agli ultimi dati dell’Istat, nell’Isola una donna su due non lavora, dato diminuzione dell’1,4% rispetto al 2021. Nemmeno la metà, contro una media italiana del 50%, con un divario molto ampio rispetto a tante regioni del nord Italia, come in Emilia Romagna, dove sono il 66,9% le donne che hanno un’occupazione.

I dati nel Sassarese rispecchiano quelli dell’Isola, con una percentuale di donne occupate che non raggiunge nemmeno il 50%. La provincia è terza in Sardegna per tasso di occupazione femminile e appena sotto la media regionale con il 45,5% delle donne che lavorano. La percentuale più alta si registra a Cagliari (47,7%) e a Oristano (46,6%), mentre Nuoro (43,8%) e il Sud Sardegna (40,7%) sono fanalino di coda. Tuttavia, nel Sassarese c’è il maggior numero di donne che decidono di mettersi in proprio e avviare un’attività imprenditoriale. Secondo gli ultimi dati di Confartigianato Imprese Sardegna, sono 12.672 di cui 2.075 artigiane (16,4%) le aziende guidate da donne.

Un dato sconfortante è che soprattutto in provincia di Sassari le donne che svolgono un lavoro hanno maggiormente contratti stagionali e part-time involontari rispetto ai loro colleghi uomini. Secondo gli ultimi dati del centro studi della Cgil della Sardegna, le donne svolgono occupazioni di minore qualità, a causa di contratti stagionali, in somministrazione e intermittenti. Il part-time involontario è una problematica diffusa tra le donne, che rappresentano il 49% dei nuovi contratti a tempo parziale a livello nazionale, rispetto al 26,2% degli uomini. Nell’Isola, il tempo parziale incide per il 54,07% sul totale delle assunzioni femminili e scende al 30,06% in quelle maschili.

Troppi i femminicidi a Sassari.

La disoccupazione femminile è un problema irrisolto, nell’Isola sono il 15% le donne fuori dal mercato del lavoro. Questo purtroppo influisce sull’indipendenza economica delle donne, che in molti casi diventa uno strumento fondamentale per affrancarsi dalle vessazioni ancora troppo diffuse in famiglia. Nella provincia di Sassari, in soli 5 anni, sono state uccise 6 donne (18 in tutta la Sardegna). Il territorio di Sassari è il secondo dell’Isola con il più alto tasso di femminicidi.

Speranza Ponti aveva 49 anni quando fu uccisa dal suo compagno Massimiliano Farci ad Alghero. L’uomo è stato condannato all’ergastolo e al risarcimento della famiglia. La città si era già macchiata di un altro delitto nel 2018. Michela Fiori aveva 40 anni quando fu barbaramente strangolata dal marito, che non aveva mostrato pentimento per ciò che ha fatto. Nel 2020 in un bar del nel centro di Sorso fu uccisa la 40enne Zdenka Krejcikova, madre di due bambine. A porre fine alla sua vita il suo ex compagno che non accettava la fine della relazione. Nel 2021 Antonietta Canu fu barbaramente uccisa dal nipote 34enne. Caterina Mancusa fu uccisa a Porto Torres a colpi di ascia assieme al marito Basilio Saladdino. Ad aggredirli l’ex genero, che ha tentato di uccidere anche la figlia della coppia, Ilaria Saladdino, sopravvissuta miracolosamente. Questi i casi più ecclatanti negli ultimi 5 anni in provincia.

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