Il progetto a Sassari.
Ancora una volta le finali regionali del premio di Coldiretti Giovani ha scovato idee innovative che stanno arricchendo e rivoluzionando l’agricoltura con gli Oscar Green. Sono stati premiati ieri mattina a Sennariolo, il più piccolo dei Comune colpiti dal terribile incendio del 24 – 25 luglio scorso che ha bruciato migliaia di ettari di boschi millenari e danneggiato centinaia di aziende agricole.
Sassari protagonista nella categoria Noi per il sociale dove ha primeggiato l’agricoltura inclusiva. La Diocesi di Sassari ha ideato un progetto di inclusione sociale con la collaborazione dei produttori di Campagna Amica ha dato vita al Giardino dell’accoglienza, spazio di dialogo dove i prodotti coltivati sono raccolti da chi ne ha bisogno. Al secondo posto si è classificato Alessandro Fancello di Dorgali con la sua azienda sociale in cui è accompagnato dalla coltivazione alla vendita da ragazzi speciali.
“In agricoltura non c’è limite alla creatività e all’invettiva che la stanno trasformando rendendola più sostenibile e inclusiva – afferma il delegato di Coldiretti Giovani Coldiretti Sardegna Frediano Mura -. Un contributo importante lo stanno dando proprio i giovani che scelgono di fare agricoltura sempre più spesso dopo essersi diplomati, laureati e seguito anche dei master. Giovani che non solo crescono di numero (in Sardegna gli under 35 in percentuale rispetto al totale delle aziende agricole sono tra i più numerosi in Italia: l’11 per cento rispetto all’8 per cento della media nazionale) ma lo fanno con progetti aziendali efficaci ed efficienti che non hanno eguali in Europa visto che la produzione standard generata per ettaro coltivato dai giovani in Italia è circa il doppio della media europea”.
Gli altri premiati.
Quest’anno dal cilindro degli Oscar green sono venuti fuori il sarto del vino, oggetti d’arredo nati dai gusci delle mandorle, il pecorino al carciofo Dop, packaging che evidenziano eventuali difetti dei prodotti anziché nasconderli, e modi e metodi innovativi di produzione sostenibili e di agricoltura sociale.
Nella categoria Campagna Amica l’Oscar è andato a Nicolò Pistis di Villasor che fa della trasparenza il suo punto di forza. Produce patate che arrivano al consumatore confezionate con una retina di colore nero che a differenza della classica che si mimetizza con il prodotto nascondendo eventuali imperfezioni, questa contrasta e le mette invece in evidenza. Inoltre in etichetta è presente un Qr code che consente di tracciare il prodotto arrivando a conoscere e vedere il terreno in cui è stata prodotta. L’altro finalista era l’agri-panificio sa Moddixia di Genuri rappresentato da Mattia Piras che con la famiglia sta valorizzando le biodiversità della filiera del grano con una lavorazione artigianale slow.
Nella categoria Impresa digitale vince Samuele Dessì, di Assemini, esempio vivente di resilienza e di chi crede in ciò che fa. Partito da zero oggi ha la maggior aziende per estensione e capacità produttiva in Sardegna di prato verde, garantendo un servizio a 360 gradi unico, con un prato che ammette anche l’irrigazione con acqua salina. Con lui in finale il primo pecorino al carciofo Dop ideato da Pierluigi Cugusi dell’azienda agricola Monte Istulargiu grazie al tecnico casaro Bastianino Piredda, unico nel suo genere. Un pecorino a caglio vegetale (cardo), aromatizzato con il cuore del carciofo spinoso che conferisce al prodotto aspetti organolettici e salutistici unici che valorizzano il latte di pecora e il carciofo Spinoso DOP.
Marco Canneddu di Mamoiada si è aggiudicato la categoria Sostenibilità e transizione ecologica, riuscendo ad abbinare nella lavorazione delle vigne con pendenze elevate i buoi, per arare rispettando la terra, ed il drone che dall’alto monitora e centellina l’utilizzo dei trattamenti. Se l’è dovuta vedere con Maria Murgia di Ghilarza che ha trasformato in un giardino ecosostenibile della biodiversità terreni abbandonati per la forte pendenza e la struttura terrazzata.
Creatività ci ha regalato il sarto del vino, Paolo Pitzolu, dell’azienda agricola Arriali di Iglesias, dove mette in pratica le conoscenze acquisite in giro per il mondo dando vita ad un vino unico senza dogmi, combinando differenti vigneti e le migliori tecniche di vinificazione, ritagliate su misura per ogni varietà raccolta della Sardegna. A sfiorare la vittoria di categoria l’azienda agricola A modo Nostro che coltiva a Laconi prodotti esotici e salutistici dai nomi impronunciabili ma apprezzatissimi nel mercato che si adattano al nuovo clima sardo.
La categoria Fare rete ha messo in evidenza due giovani Daniele Murgia e Sara Minnei di San Sperate che esaltano la loro competenza e creatività attraverso partnership variegate e reti sinergiche riuscendo a trasformare in valore anche gli scarti delle mandorle, come i gusci che diventano eleganti oggetti di arredo grazie ad un design campano. In finale anche la nuova birra aromatizzata al miele a km0 ideata da Samuele Usala di Escalaplano e dal mastro birraio Bruno Ghiani di Isili.
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