Lavoratori a rischio all’aeroporto di Alghero, Pais: “Grande preoccupazione”

aeroporto Alghero

I lavoratori dell’aeroporto di Alghero in allarme.

La continuità territoriale resta al centro del dibattito politico, non solo per l’aeroporto di Alghero. Ad esprimere preoccupazione è il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, che commenta la possibile cassaintegrazione dei lavoratori Sogeaal. O meglio, il possibile ricorso agli ammortizzatori sociali da parte della società di gestione dello scalo di Fertilia.

“Desta preoccupazione quanto sta accadendo all’aeroporto di Alghero con le notizie di una probabile attivazione della ‘cassa integrazione‘ per parte del personale della Sogeaal. La preoccupazione è legittima se si pensa che arriviamo da una stagione in cui lo scalo di Fertilia ha registrato dei numeri record e lo stesso ha fatto il territorio di riferimento rispetto alle cifre relative alle presenze nelle strutture ricettive“.

“L’auspicio è che tale eventualità possa essere scongiurata, e che la proprietà, anche alla luce della conferma dei voli in Continuità Territoriale come annunciato dall’assessore Moro, possa valutare scelte alternative, anche attraverso una necessaria maggiore connessione col sistema produttivo territoriale, non più differibile, capace di rafforzare lo scalo in termini di presenza di maggiori rotte”, dichiara Michele Pais.

“La Regione da parte sua ha fatto, sta facendo, e farà sempre più la sua parte, sia per quanto riguarda gli investimenti strutturali sia in termini di sostegno all’aeroporto – prosegue Pais, e conclude -. Si tratta di sedersi attorno ad un tavolo, per condividere scelte e strategie di lungo termine, individuare strade e soluzioni che guardino non alle difficoltà del contingente ma alla prospettiva di un sempre maggior rafforzamento dell’aeroporto di Alghero come infrastruttura centrale e irrinunciabile per lo sviluppo economico della nostra terra e la mobilità dei sardi, capaci così di confermare e aumentare i livelli occupazionali che devono essere sempre più solidi e sempre meno precari”.

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