L’invito dell’Ordine degli Infermieri di Sassari per Natale.
Lo spettro di nuove varianti, insieme al peggioramento della situazione sanitaria porta l’Ordine degli Infermieri di Sassari una constatazione: bisogna imparare a guardare al momento che stiamo vivendo ma proiettandosi, allo
stesso tempo, nel lungo periodo.
“Questo significa che non possiamo pensare che a fronte di un Natale più sereno si sarà fuori dalla pandemia – spiega Gianluca Chelo, presidente Ordine degli Infermieri di Sassari – . Uno degli errori commessi in questo anno e mezzo è stato quello di pensare che l’emergenza si risolvesse di mese in mese. Una percezione, questa, che non tiene conto di almeno due fattori importanti: i tempi di contagio e ospedalizzazione e l’impatto che nuove restrizioni insieme a un aumento dei contagi ha sulle persone più fragili sia da un punto di vista sanitario che psicologico”.
Tenere alta la guardia a prescindere dalla ricorrenza, insomma, pensando a come nuove restrizioni oltre
all’impatto sull’economia e sulla socialità, determino a cascata conseguenze importanti per anziani,
immunodepressi, pazienti oncologici e che necessitano di assistenza continua che stanno già pagando
psicologicamente una situazione di incertezza e paura.
I dati, da questo punto di vista, parlano chiaro. Gli ultimi dieci giorni hanno visto arrivare a saturazione
i posti letto in terapia intensiva, le postazioni Covid sono al limite e ospitano, per metà, pazienti
gravi. L’aumento delle terapie intensive determina un impegno maggiore delle strutture sanitarie e di un
personale che scarseggia numericamente e che si trova allo stremo delle forze. Da una parte diviene
sempre più complesso gestire gli accessi al 118, dall’altra difficoltoso garantire una corretta
assistenza sanitaria alle famiglie che necessitano di supporto sanitario e che diventano doppiamente
fragili.
Insieme all’incremento di stati d’ansia, solitudine e disturbi del sonno, secondo i dati rilasciati in
occasione della giornata mondiale della salute mentale, sono aumenti oltre il 40% i sintomi di stress e
ansia dovuti al lockdown, con un +12% registrato dal mercato degli ansiolitici. Contagiati,
famigliari e sanitari sono le persone più a rischio.
“Per questo non possiamo pensare solo all’immediato, a salvare il Natale – continua Chelo -. E’ fondamentale
pensare alle conseguenze che l’emergenza ha anche da un punto di vista psicologico e sociale che si ripercuotono, poi, nella nostra quotidianità professionale e nella vita dei cittadini. Qui, lo ribadiamo, è fondamentale sbloccare la figura
dell’infermiere di comunità che permetterebbe una maggiore vicinanza sanitaria e psicologica per le famiglie, supportando situazioni distanti dagli hub e garantendo un aiuto immediato alle strutture sanitarie. Ma serve, a monte, una maggiore prudenza nell’uso dei dispositivi di protezione e nell’attenzione ai sintomi, insieme alla vaccinazione. Solo così, insieme al Natale, si riuscirà a salvare tutti noi”.