Fino a sei mesi per una visita in ospedale, la Commissione regionale alla Sanità in visita a Sassari

Le dichiarazioni sullo stato della sanità.

Sei mesi d’attesa per una colonscopia, oltre quattro per una visita oculistica, e un quadro che non si discosta poi di tanto se si parla di una Tac torace o di una visita endocrinologica. Non si può più procrastinare. Negli ultimi anni le tempistiche del servizio sanitario pubblico hanno subìto un crollo verticale. Risollevare le sorti della sanità sarda non sarà facile, ma non può essere una giustificazione per non agire nell’immediato. È nostro dovere restituire piena dignità ai pazienti sardi. Mi auguro soltanto che le tempistiche dell’attuale Giunta non intendano adeguarsi a quelle della sanità sarda. A tutt’oggi, infatti, ancora non c’è una bozza del Piano della Salute e non si conoscono le misure che la Giunta intende adottare per le liste d’attesa, nell’immediato e nel lungo termine”.

Così la consigliera del Gruppo M5S Carla Cuccu esprime grande preoccupazione alla luce delle ultime notizie in tema sanità.

Per quanto riguarda il problema della carenza di personale medico, paramedico e infermieristico, denunciato quotidianamente dalla consigliera del Movimento 5 Stelle, sono diverse le soluzioni emergenziali già proposte: assunzione degli specializzandi all’ultimo anno di pratica e assunzione di medici in pensione.   

Oggi l’ultima triste notizia riguarda la carenza di personale nella sala parto all’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari, dove Cuccu, segretaria della Commissione Sanità, farà presto tappa assieme ai colleghi e al presidente della Commissione Domenico Gallus.

“La Commissione Sanità non tarderà a visitare l’AOU di Sassari, auspico che ciò avvenga al più presto, e nel frattempo, chiedo all’assessore Nieddu e al Presidente Solinas di studiare e adottare a una soluzione-tampone. Ovvero di avviare una programmazione che garantisca le prestazioni sanitarie. Non si possono lasciare i sardi senza prestazioni diagnostiche e terapeutiche”.

“Occorre ripartire dalla programmazione della rete sanitaria. Mancano i collegamenti. La Regione deve prevedere la prevenzione come base solida di partenza per una programmazione che renda chiara l’idea di sanità sarda che questa Giunta vuole realizzare. Non si può prescindere dalla prevenzione. Non dobbiamo pensare soltanto agli ospedali se poi questi si affollano perché i pronto soccorso, le guardie mediche e i presidi del territorio restano indietro. Tutti i nodi essenziali che concorrono a formare la rete sanitaria meritano la giusta attenzione. È impensabile pretendere che una macchina cammini quando anche una sola gomma bucata resta a terra”.

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