Nuova protesta contro l’allevamento intensivo a Caniga.
Sassari si prepara a una nuova, significativa mobilitazione contro l’allevamento intensivo di suini attivo nella zona di Caniga. Cittadini e associazioni sono attesi numerosi in Piazza d’Italia domenica 9 novembre 2025 alle ore 11, per chiedere la sospensione delle attività e maggiore trasparenza. La manifestazione, la seconda nel giro di pochi giorni, testimonia una crescente preoccupazione civica riguardo una struttura che ospita circa 1.500 capi all’interno di un ex capannone avicolo e che sta sollevando un allarme diffuso per i suoi potenziali impatti sul territorio.
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Le criticità segnalate da residenti e promotori sono di natura ambientale, sanitaria e sociale. Uno dei nodi principali è la vicinanza dell’impianto alle abitazioni, un fattore che, secondo i comitati, mette a rischio la qualità della vita dei residenti per l’emissione di odori molesti e l’inevitabile aumento del traffico pesante. Le preoccupazioni maggiori, tuttavia, riguardano l’impatto ecologico. La gestione dei reflui di circa 1.500 suini, in assenza di un’adeguata supervisione, potrebbe generare un elevato accumulo di nitrati e altre sostanze inquinanti, minacciando direttamente il suolo e le falde acquifere, in un’area già sensibile dal punto di vista idrico. Non da meno sono le emissioni di ammoniaca e polveri sottili, oltre ai miasmi che, si teme, possano incidere negativamente sul valore immobiliare delle abitazioni circostanti.
Il fronte sanitario aggiunge un ulteriore livello di allarme. L’elevata densità di animali, infatti, favorisce la diffusione di agenti patogeni e, come evidenziato dai promotori, può costituire un potenziale focolaio virale. Inoltre, in questi sistemi produttivi, l’uso intensivo di antibiotici è una pratica che contribuisce al fenomeno della resistenza antimicrobica, oggi riconosciuta dall’OMS come una delle maggiori emergenze sanitarie globali. A tutto questo si somma la questione etica legata al benessere animale: le condizioni di vita dei suini, costretti in spazi angusti, privi di luce naturale e stimoli, su pavimentazioni di cemento o grigliato, sono giudicate incompatibili con i principi di rispetto e generatrici di grave sofferenza e stress cronico.
I promotori dell’iniziativa civica denunciano che l’attivazione dell’impianto sarebbe avvenuta senza un adeguato coinvolgimento della popolazione, nonostante le chiare conseguenze per l’intera area di Caniga e per la città di Sassari. Per questo, l’appuntamento di domenica non è solo una protesta, ma un’esplicita richiesta di trasparenza e partecipazione. L’obiettivo ultimo della mobilitazione è spingere verso un modello di sviluppo diverso per il territorio sassarese, fondato sulla tutela della salute pubblica e dell’ambiente, sul rispetto del benessere animale e sulla valorizzazione sostenibile delle risorse locali.





