Non solo eroina, tra i giovani di Sassari è allarme anche per le nuove droghe

Interviene sul fenomeno delle tossicodipendenze la dottoressa Boi, direttrice DSMD Zona Sud.

“L’eroina c’è sempre stata ma ora l’emergenza sono le nuove droghe”. Relatrice a un convegno sui disturbi dell’alimentazione a Sassari, Graziella Boi, direttore DSMD (Dipartimento salute mentale e dipendenze) Zona Sud, interviene sul fenomeno delle sostanze d’abuso e sulle recenti morti per overdose nel capoluogo turritano.

“Il costo sempre più basso di coca ed eroina – spiega la dottoressa Boi – ha fatto in modo che diventassero appannaggio di molti. La prima come eccitante, la seconda per sedarsi”. Per gli esperti del settore il cosmo tossico però non gira più intorno alla ‘brown sugar’: “L’allarme oggi è sulle smart-drugs, ordinabili su internet e alla portata dei giovani, molto più abili della fascia adulta nello scovarle”. Le principali vittime delle cosiddette ‘droghe intelligenti‘ sono infatti i ragazzi che “spesso non sono nemmeno consapevoli trattarsi di sostanze d’abuso. ”.

A causare l’incremento lo spartiacque dei due anni in isolamento causa covid: “Soffrono perché si è ridotta l’interazione cogli altri, la socialità. La droga permette di evadere dalle problematiche quotidiane”. Ma è una falsa fuga perché “i danni al sistema nervoso centrale danno ben presto segnale di sé”. Un discorso che include anche i grandi, più propensi a consumare cocaina, la sostanza psicotropa che accomuna nell’assunzione diverse fasce d’età: “Da noi, oltre ai minori, quelli più numerosi sono le persone dai trenta ai sessanta che vedono il loro futuro annebbiarsi, che non riescono più a concentrarsi né a pianificare alcunché”. La dottoressa Boi indica anche l’alcol come autentica piaga sociale in Sardegna che aggancia con sempre più frequenza le donne: “In particolare le ragazze affette da drunkoressia, che introducono cioè le calorie dell’alcol rinunciando al cibo per sentirsi magre, riproducendo quel modello fisico che i mass media riportano”.

E con un effetto collaterale su tutti: “Gli studi più accreditati indicano 60 tipi di cancro che hanno come concausa l’alcol. Compreso quello alla mammella”. Droga, alcolismo: tutte attività compulsive che ricalcano l’aspetto della tossicodipendenza come, ad esempio, le ludopatie a causa delle quali, dichiara la dottoressa, “abbiamo registrato diversi suicidi”. Davanti all’emergenza serve un altro approccio nei dipartimenti già in fase d’esecuzione: “Le competenze devono essere allargate come base d’impianto, i servizi si devono omologare tra di loro pur rimanendo nella loro specificità. E devono essere in grado di non frammentare la cura, di saper cogliere il senso e il significato della persona che soffre”. Un lavoro d’equipe tra educatore, psichiatra, assistente sociale, psicologo, dove si mettano a regime più servizi- Centri di salute mentale, Serd, Neuropsichiatria infantile- dentro un percorso assistenziale. Tragitto di cui, ammonisce l’esperta, si avvertirà sempre più l’urgenza: “Il momento è difficile, la crisi economica sta erigendo un muro e non tutti riescono a superarlo. Ecco allora la droga, una scelta di ripiego dove però ti anestetizzi e regali la vita all’aldilà”.

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