Madre coraggio, pronta ad incatenarsi per la morte di suo figlio Davide di Sassari

L’incidente in cui è morto Davide Marasco.

Maria Grazia è una madre coraggio. Suo figlio Davide Marasco, nativo di Sassari, venne investito e ucciso a bordo del suo scooter da un albanese che, ubriaco e in contromano, falciò il giovane alla periferia di Roma. Il suo assassino, Naim Xhumari, era stato condannato dal tribunale di Roma a 7 anni e 2 mesi di reclusione al termine del processo con rito abbreviato con l’imputazione di omicidio stradale.

Ubriaco travolse e uccise Davide Marasco di Sassari, condannato

Un mese dopo, Naim ha chiesto di uscire dal carcere e continuare a scontare la pena agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Richiesta alla quale il giudice si è opposto, così come la madre che, questa mattina, ha minacciato di incatenarsi davanti al tribunale capitolino in piazzale Clodio.

“Oggi inizia la mia protesta per ciò che sta avvenendo nei confronti di una vittima della strada che è mio figlio, Davide Marasco, alla quale il suo assassino non ha lasciato scelta – ha affermato la donna -. Ora pretende una scelta che sarebbe quella di beneficiare degli arresti domiciliari. Cosa vergognosa perché nessuno al mondo che ammazza un essere innocente andrebbe né perdonato, né tantomeno vittimizzato. I crimini stradali ormai sono una prassi e avvengono nella più assoluta indifferenza istituzionale e noi cittadini ci stiamo abituando a piangere le nostre vittime passivamente“.

Ubriaco travolse e uccise Davide Marasco di Sassari, condannato

Il giudice, lo scorso febbraio, aveva bocciato la richiesta alla quale l’albanese si era opposto presentando un ricorso. Nelle fasi processuali è stato ricostruito come il Marasco fosse stato travolto dal suo assassino che percorreva ubriaco e contromano la via Casilina. Subito dopo l’impatto, quest’ultimo, era fuggito e rintracciato poche ore dopo con la macchina in avaria.

In attesa del responso, la mamma di Davide non molla e si appella alla magistratura. Questo affinché possano confermare la custodia in carcere dell’uomo, che ha privato della vita suo figlio, e rendere giustizia alla figlia di 9 anni che è stata privata del padre.

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