Operaio morto alla Gesam, svolta nelle indagini: sarebbe stato ucciso

Le indagini sulla morte dell’operaio dello stabilimento Gesam di Sassari.

Le indagini sulla morte dell’operaio sassarese Antonio Masia, avvenuta nel luglio dell’anno scorso presso lo stabilimento della Gesam a Sassari, procedono non senza colpi di scena. Inizialmente, si sospettava di un infarto come causa del decesso, ma ora emergono prove che suggeriscono un possibile omicidio sul posto di lavoro.

La lite in seguito ad una punizione sul lavoro.

Luri Arben, collega di Masia, stando a quanto anticipato da La Nuova Sardegna, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario. I due avrebbero avuto un chiarimento riguardo a una punizione assegnata ad Arben che non aveva gradito, e la discussione potrebbe essere sfociata in un tragico episodio.

Gli altri indagati per l’omicidio e l’incendio alla Gesam di Sassari.

Altri indagati sono stati individuati, tra cui Fabiano Mario Saba, collega di Masia, accusato di omicidio colposo, occultamento di cadavere, incendio doloso aggravato e inquinamento ambientale. Successivamente, l’impianto della Gesam è stato distrutto da un incendio. E tre persone, tra cui un altro operaio dell’azienda, un dirigente e un imprenditore, sono stati iscritti nel registro degli indagati per incendio doloso.

La richiesta di una proroga nelle indagini da parte del sostituto procuratore.

Il sostituto procuratore avrebbe chiesto una proroga di indagine per approfondire ulteriormente i ruoli delle persone coinvolte. Al momento, l’ipotesi di un omicidio sul posto di lavoro sta guadagnando terreno, poiché alcune prove suggeriscono che Masia possa essere stato ucciso e il suo corpo nascosto sotto i rifiuti per far sembrare l’accaduto un incidente.

Condividi l'articolo