Pronto soccorso, emergenza senza fine. Da Sassari a Olbia pazienti in sala d’attesa anche per un giorno

L’emergenza nei vari pronto soccorso dell’isola.

Non si placano i disagi per i pazienti costretti ad attendere oltre 24 ore al pronto soccorso dell’ospedale civile di Sassari. Complice l’emergenza Covid, le lamentele sono all’ordine del giorno. Dall’anziano “parcheggiato” su una barella per quasi un giorno e mezzo al ragazzino fratturato e lasciato senza anti dolorifico dalla mattina a tarda sera, i disservizi sono più che evidenti.

La carenza di personale al pronto soccorso.

“C’è forte carenza di personale, ma paghiamo anche la disorganizzazione e l’impatto che il Covid ha avuto nelle strutture sanitarie. Ora i nodi stanno venendo al pettine – commenta il segretario della funzione pubblica della Cgil Sassari, Paolo Dettori -. La sanità è quasi in blackout. Occorre accelerare per il prelievo nella graduatoria degli infermieri, a tempo o interinali. Ma soprattutto non ci sono medici e spesso ci si poggia sugli specializzandi. Inoltre le strutture sono vecchie e sarebbe l’ora di costruirne uno nuovo. O quanto meno ristrutturare il vecchio. Ci sono fondi per milioni di euro, ma le risorse non vengono investite”.

Gli stipendi più bassi d’Italia.

Il segretario della funzione pubblica della Cgil Sassari, da sempre attento alla questione sanitaria, pone l’accento anche su un altro aspetto: “Dobbiamo avere il coraggio di dire che manca sì la programmazione, ma più in generale la sanità sassarese non è attrattiva. Molti giovani vanno fuori, non dimentichiamo che in Sardegna ci sono gli stipendi più bassi d’Italia. E molti altri, invece, sono bloccati dal numero chiuso, opzione che mi vede totalmente contrario. Piuttosto occorrono buone prestazioni e funzioni aggiuntive”.

L’affanno degli ospedali.

Sassari non brilla, così come tutto il centro e il nord dell’isola. “Le poche e scarse risorse regionali non sono distribuite in maniera equa – riprende Myriam Pastorino, segretaria generale della Cigl funzione pubblica Sardegna -. Pensiamo alla situazione dei pronto soccorso. Sia a La Maddalena che a Olbia non si è fatto niente. Promesse e parole, ma nessun piano per reintegrare i servizi. Se non si decide di tagliare il tetto della spesa e assumere il personale, allora il sistema sanitario continuerà a fare acqua da tutte le parti”.

Scarsa attenzione dall’assessorato alla Sanità.

L’attenzione vengono il centro e il nord Sardegna è sicuramente deficitario, secondo la Pastorino, che riprende: “Non si è avuto il coraggio e la forza di chiedere azioni concrete al governo centrale. Lo ribadisco. Occorrono assunzioni, non nuovi precari. Si rischia di affidare la sanità ai privati, che ovviamente faranno business”. Parlando poi del pronto soccorso, la segretaria lancia l’affondo: “Il pronto soccorso era l’ultimo baluardi della sanità. Ma come può funzionare se non va nemmeno la medicina generale organizzata al servizio del cittadino? È ovvio che i pazienti si riversano lì. E non scordiamo la situazione che vivono gli operatori sanitari. Spesso insultati, picchiati dovendo lavorare in fretta per l’utenza che ha richieste legittime“.

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