Lucia, Carmen e Alessandra, premiate le tre donne che hanno fatto grande Sassari

Le tre donne premiate a Sassari.

Tre eccellenze femminili di Sassari premiate questo pomeriggio durante il Consiglio comunale. È l’occasione della Giornata internazionale della Donna a fare da cornice alla consegna di tre targhe da parte del sindaco Campus a Lucia Toschi Pilo, Carmen Usai ed Alessandra Mura. A motivare il riconoscimento la presidente della V Commissione comunale Virginia Orunesu che ha voluto ricordare la storia, le qualità professionali ed umane del trio femminile  che ha fatto grande Sassari.

All’85enne Lucia Toschi Pilo la prima onorificenza per il suo impegno continuo dal 1967 a oggi come Prima Cameriera  di Nostra Signora di Buoncammino. Un compito delicato e fondamentale che consiste nel custodire e cambiare gli abiti del simulacro della Madonna. Un’arte sofisticata che richiede un’attenzione maniacale ai dettagli gestiti e orchestrati dalla signora Toschi Pilo, la donna più anziana del Gremio dei Viandanti, con maestria. Carmen Usai, 92 anni, è l’altra donna insignita del premio per la sua straordinaria ed eclettica carriera sportiva iniziata negli anni 30 e sviluppatasi per decenni nel campo dei motori, come schermitrice, nell’atletica e da cestista. Un arco di competenze agonistiche che l’ha fatta definire “una donna che viene dal futuro”.

Infine Alessandra Mura, di mestiere scenografa, obiettivo inseguito fin da giovane, raggiunto dopo il diploma all’Istituto d’Arte di Sassari e il trasferimento  a Roma dove ha continuato gli studi all’Accademia di Belle Arti. Poi il lavoro con alcuni tra i più grandi registi italiani come Nanni Moretti e Paolo Sorrentino e la consacrazione l’anno scorso con la vittoria del David di Donatello per il film “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti. All’inizio della breve cerimonia il presidente del Consiglio comunale Maurilio Murru ha ritenuto doveroso dedicare un pensiero particolare a tutte le donne “che stanno vivendo il dramma della guerra e in maniera ancora più attuale alle donne ucraine che hanno perso la vita o che sono state costrette ad abbandonare le proprie case, portando con se i propri figli a causa dello scatenarsi del recente conflitto”.

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